Paisà di Roberto Rossellini (1946)
Il film è formato da sei episodi: Sicilia, una ragazza aiuta le truppe americane sbarcate nell’isola; Napoli, un soldato americano stringe amicizia con uno sciuscià, che gli aveva rubato le scarpe; Roma, una prostituta, rivede un soldato di cui si era innamorata; Firenze, tra le macerie della città una ragazza cerca il capo dei partigiani; Paese tra glia appennini, tre preti di diversa confessione, trovano rifugio in un monastero; Po, Partigiani e americani attaccano gli ultimi nazisti presenti nel territorio intorno al fiume.
Il regista che più ha rivoluzionato il cinema europeo moderno, Roberto Rossellini, costruisce un affresco sulla liberazione dell’italia. Seguendo la risalita degli alleati (la cronologia degli episodi, è ordinata in base alla collocazione territoriale di ogni singola vicenda, dal sud al nord), il regista riesce a farci percepire la guerra nel modo più umano e discreto possibile.
Paisà è girato praticamente tutto in esterni, tra le macerie delle città appena liberate, così come gli altri due film della trilogia neorealista sulla guerra, Roma città aperta e Germania anno zero (cosa del tutto inusuale per l’epoca).
Citando il cineasta americano Otto Preminger “ La storia del cinema si divide in due ere: una prima e una dopo Roma città aperta”.