In occasione dell’arrivo su Netflixdi Dunkirk, primo approccio di Christopher Nolan al war movie, noi della Scimmia abbiamo deciso di proporvi, in ordine cronologico, una breve selezione di pellicole a tema bellico a nostro avviso imprescindibili. Un genere che si è distinto negli anni per la sua innegabile continuità (non ha mai vissuto momenti di sofferenza, come il western o il musical) e la sua capacità di rappresentare le vicende storiche del secolo scorso.
Ci teniamo a precisare che, per stilare la classifica, ci siamo concentrati principalmente sulle guerre più note a noi occidentali (I Guerra mondiale, II Guerra mondiale, Vietnam), e che non saranno presenti capolavori solo tangenti al genere, come ad esempio Il cacciatore di Michael Cimino (il tema centrale del film è l’amicizia, mentre la guerra viene lasciata in sottofondo), La sottile linea rossa di Terrence Malick, Il grande dittatore di Charles Chaplin o La corazzata Potemkin di Sergej M. Ejzenstejn.
Buster Keaton, oltre che un genio, era uno straordinario avanguardista. Non ci credete? Per rendersene conto basterebbe spendere giusto un’oretta per vedere quest’incredibile chicca datata 1926 (che forse vìola fin da subito tutti i pochi paletti che ci eravamo preposti per la selezione, ma ci tenevamo troppo a metterla in evidenza). Servendosi della sua solita comicità slapstick rocambolesca sullo sfondo della guerra di secessione americana, Keaton architetta qui delle iperboliche sequenze di inseguimenti sulle rotaie, estremamente appassionanti e irresistibilmente divertenti, capaci ancora oggi di lasciare senza fiato (a maggior ragione se si considera il fatto che quel pazzo di Buster non si è servito né di modellini per il treno né di controfigure per sé stesso) e catturare ogni spettatore. Un capolavoro trasversale che non può mancare nel bagaglio personale di qualsiasi cinefilo.
All’ovest niente di nuovo di Lewis Milestone (1930)
Giovani ragazzi tedeschi spinti all’arruolamento nell’esercito dai retorici discorsi di un loro insegnante, si accorgeranno presto delle bestialità e della mancanza di valori che la guerra (14’-18’) porta inevitabilmente con sé. Tratto dal celebre romanzo di Erich Maria RemarqueNiente di nuovo sul fronte occidentale, il film di Milestone è ancora oggi un vero e proprio caposaldo per il genere. A pochi anni dall’avvento del sonoro, il regista adopera con grande ispirazione tutte le tecniche che il linguaggio cinematografico dell’epoca gli consente, riuscendo spesso a travalicare i paletti del decoupage classico: dall’uso espressivo della macchina da presa come inumana soggettiva di una mitragliatrice, allo spaesante utilizzo della dissolvenza incrociata in chiave emotiva nella scena del dolente ritorno a scuola del protagonista, reduce oramai disilluso. Una pietra miliare dell’anti-militarismo al cinema.