Quello che abbiamo visto oggi, 20 Agosto 2017, è uno Kevin Spacey brillante ed illuminato. Lo abbiamo incontrato al Rome Cavalieri Waldorf Astoria. Vestito con una camicia blu a pois con colletto rosa, un paio di pantaloni e delle scarpe in pelle di coccodrillo marroni. Un Frank Underwood che tenta di togliersi l’abito e mostrare il suo aspetto più Kaiser Soze.
Un calice di vino bianco viene poggiato sul suo tavolinetto dopo pochi secondi dalla sua entrata, siamo pronti per iniziare. Saranno 25 minuti in cui Kevin Spacey risponderà ad ogni domanda postagli, tranne quelle politiche. Le direttive sono chiare su questo.
Si parte con la prima domanda:
Tre anni fa, in un’intervista ad Hollywood Reporter, aveva parlato delle scelte che avrebbe compiuto per quanto riguarda la sua carriera. E, cito testualmente: “… avrebbe accettato soltanto un ruolo vero, avrebbe detto di avere un ruolo vero o scorsese, altrimenti andatevene affa***”.” Volevo sapere se conferma questa scelta, oppure se vede Edgar Wright come un nuovo Martin Scorsese del cinema.
Devo un attimino inserire il contesto. Il mio trasferimento a Londra ha comportato un allontanamento totale da quello che era il mondo di Hollywood. Adesso sono molto interessato a scegliermi i miei ruoli e non più ad accettarli. Se Scorsese mi scegliesse per un film, sono sicuro, non lo manderei affare in culo. Adoro Edgar Wright e lo ritengo molto pronto e preparato. Credo che adesso sono molto interessato a ricostruire una carriera cinematografica tutta per me, essendo uscito dalla vista e dalla mente di tante persone di Hollywood.
Quando l’interprete finisce di tradurre lui, con fare simpatico e goliardico dice: “No, I didn’t say this”.
2. In Baby Driver lei è per l’ennesima volta un “bad guy”- lui interrompe la redattrice, dicendo che è soltanto una sua opinione – poi, continuando gli viene chiesto in che modo DOC di Baby Driver è diverso dagli altri bad guy
Il mio ruolo è quello non di giudicare bene, oppure il male ma di recitare. Quindi, quando mi viene chiesto di giudicare io non posso farlo: non è il mio lavoro. Io tengo sempre in mente i mie giudizi ma non li esterno mai. Dai tempi de i Soprano si è sviluppato questo amore per gli antieroi.
3. Secondo lei per un bravo attore qual è il ruolo più interessante da interpretare?
È molto difficile perché è come fare un confronto fra le arance e le mele. Ma se dovessi proprio fare un paragone fra arance e mele direi che se queste arance e mele sono del teatro allora io sono la persona più felice del mondo. Teatro, teatro e teatro.
4. Lei adesso è un modello per molti attori – scoppia in una grossa risata. Quali erano i suoi modelli come attore e come persona?
Io sono stato molto fortunato che mia madre era un’appassionata di cinema e di teatro e mi ha introdotto in questo mondo. Tutti i talenti che mi ha fatto conoscere sono poi diventati miei modelli. Spencer Tracy, Henry Fonda ecc.. impossibile elencarli tutti, la lista è troppo lunga. Ho avuto la fortuna di conoscere Jack Lemmon, che ho conosciuto molto giovane.
5. Viene doppiato in tanti altri film da Roberto Pedicini, volevo sapere se lo ha mai incontrato e cosa ne pensa del mondo del doppiaggio? Dopo questa domanda Kevin Spacey chiede immediatamente chi altri doppia Pedicini. Gli viene fatta una lista di nomi, come Jim Carrey e Javier Bardem
Al Festival di Berlino ho conosciuto un signore che si è avvicinato a me durante una festa, era molto eccitato. Molto ma molto eccitato. Si avvicina e continua a dirmi “Io sono te”. E continuava a dirmi “Io sono te, io sono te. Ho dato la mia voce a tutti i tuoi film. Io sono anche la voce di Robert De Niro e Sean Connery.” Così gli ho detto “quindi se io faccio un film con De Niro e Sean Connery tu fai tutte e tre le voci”. Non ho mai incontrato quest’uomo ma sono sicuro che non farò mai un film con Jim Carrey.
6. C’è una tipologia di ruoli che lei proprio non prende in considerazione? Crede, a proposito invece degli antieroi, se in questo periodo sia finito il tempo del buonismo e che ci affidiamo molto di più all’antieroe
Le uniche parti che non voglio accettare sono quelle scritte male. Spesso le persone sbagliano a pensare che gli attori scelgono i ruoli. Questo lo fa Clooney, questo Pitt. Non funziona così, io posso interpretare le parti che mi capitano e che in quel momento sono libero di interpretare. Io sono aperto a tutti i ruoli. L’unica cosa che mi spaventa è la stupidità. Per l’altra domanda non ne ho idea, mi sembra tanta una domanda politica fatta con intelligenza.
7. Tornando a Baby Driver, è un film recitato a tempo di musica
Sì, la sceneggiatura portava ad ascoltare tutte le tracce audio. Quindi tu ascoltavi e ti muovevi così sexy perché andavi a tempo di musica. Molto spesso il regista ti spingeva a muoverti a tempo di musica. La musica è stata scelta prima di girare il film. C’era molto ritmo. Quindi sul set avevamo delle cuffiette e potevamo fare come qualcuno che ci prendeva il tempo, con tutta la parte fisica, fino a quando cominciava il dialogo e la musica si fermava. Era come una specie di danza.
8. Baby Driver la sua voce è al centro di uno dei brani principale. Cosa ne pensa del suo ruolo di produttore.
Adoro e voglio far parte di un tape, di un mix. Sì, è molto fico e penso che ci sia un disco con quel pezzo lì. Io amo il lavoro di produttore, perché consiste nel mettere la gente insieme. Consiste nello scegliere le persone giuste e dare loro fiducia. Dopo è eccitante vedere il progetto prendere forma e vedere il prodotto finito. Un po’ come un facilitatore. Io l’ho fatto per 12 anni. Manhunt: una bomber è sicuramente un bel progetto che mi è piaciuto moltissimo.
9. Salve. Tornando al discorso dei ruoli. Durante la sua carriera lei ha interpretato vari ruoli molto importanti: dal padre di famiglia che si masturba in doccia fino al politico amorale. Scoppia in una risata clamorosa dopo la mia descrizione del suo ruolo in American Beauty. Qual è stato il ruolo più duro da interpretare?
Mi piace come mi hai descritto. Beh, la masturbazione è stata piuttosto difficile: 1.2.3 eeee fine! Credo sia stupido per un attore parlare di ruoli difficili. Non è niente difficile, è fottutamente divertente. È un po’ come un gioco, è quello che io faccio nella mia vita per vivere. Io fingo. Io vado tutti i giorni a lavoro come se fosse un grande divertimento. Ricordo che feci un monologo una volta in teatro, in cui un personaggio racconta che a 10 anni il padre lo aveva mandato a lavorare in una giornata caldissima in un campo di patate. Così ha deciso di iniziare a studiare legge, di iniziare a lavorare negli studi legali. E, da quel giorno non ha più lavorato un giorno solo.
Dopo questa domanda la conferenza stampa si è conclusa. Con fare quasi “fuggiasco” Kevin Spacey è uscito dalla stanza, stando in ansia per le fotografie che avrebbero potuto immortalarlo. Infatti, le disposizioni dateci prima dell’intervista erano 2:
Uscito dalla stanza per le conferenze si è diretto immediatamente a concedere una piccola intervista a Vincenzo Mollica all’interno di uno studio adibito appositamente per le interviste video.
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