Come sai, io sono un grande appassionato di fumetti, soprattutto di quelli sui supereroi. Trovo che tutta la filosofia che circonda i supereroi sia affascinante. Prendi il mio supereroe preferito: Superman. Non un grandissimo fumetto, la sua grafica è mediocre. Ma la filosofia, la filosofia non è soltanto eccelsa, è unica! […] Dunque, l’elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e il suo alter-ego: Batman è di fatto Bruce Wayne, l’Uomo Ragno è di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter Parker, deve mettersi un costume per diventare l’Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l’unico nel suo genere: Superman non diventa Superman, Superman è nato Superman; quando Superman si sveglia al mattino è Superman, il suo alter-ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande “S” rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono, sono quelli i suoi vestiti; quello che indossa come Kent, gli occhiali, l’abito da lavoro, quello è il suo costume, è il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede. E quali sono le caratteristiche di Clark Kent? È debole, non crede in se stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana. Più o meno come Beatrix Kiddo è la moglie di Tommy Plympton.
Ora viene il difficile della classifica, ad aprire il podio un film enorme, doppio, meraviglioso: Kill Bill, con 135 punti.
Una storia di vendetta che strizza l’occhio al cinema d’Oriente di BruceLee. Citazioni a non finire, violenza ma anche riflessioni zen. Difficile riassumere Kill Bill in poche righe, un film diviso in due parti ma che va considerato come un’unica opera che rasenta la perfezione e che incarna a pieno lo stile di Quentin Tarantino. Una prima parte furiosa, schizofrenica, con UmaThurman che imbraccia una katana ed inizia a soddisfare la sua sete di vendetta nei confronti di Bill e del suo clan che ha provato ad ucciderla durante le sue nozze. Ma Kill Bill non è solo violenza generata da un senso di vendetta. Kill Bill è anche una finestra sulla filosofia orientale e sullo zen che durante tutta la seconda parte, in piena contrapposizione rispetto alla prima, grazie anche a personaggi scritti divinamente ed una colonna sonora raffinata e come sempre ricercata.
La leggenda vuole che una bozza di sceneggiatura nacque proprio da una serata alcolica tra l’attrice ed il regista che solo il giorno dopo si accorsero dell’effettiva validità della storia. Detto fatto, Tarantino ha iniziato a dirigere uno dei suoi migliori film mai scritti. E se PulpFictionincarna la perfezione del cinema post-moderno, Kill Bill è un film che sa coniugare a pieno l’epico ed il post moderno, la brutalità della violenza con la poesia della filosofia zen. Un’opera, dunque, che sa come muoversi e che riesce a soddisfare qualunque fan di Tarantino, non scendendo mai nella banalità . Perchè Quentin sa come stupire sempre. (a cura di Lorenzo Pietroletti)