1)Â 3-gatsu no Lion
Non poteva evitare di regnare sul primo posto il capolavoro di Chika Umino, singolare ed estremamente sensibile. Rei, un silezioso ragazzo tormentato da un passato triste e saturo di solitudine, divide la sua tormentata esistenza tra la dolce compagnia di Akari, Hinata e Momo e lo shogi, passione e professione allo stesso tempo. L’alternarsi di incontri con vecchie conoscenze e i confronti con realtà diverse dalla sua lo porteranno ad un radicale cambiamento interiore, graduale e doloroso. Che cosa sono i sensi di colpa? Qual é il valore dei ricordi? Come si può sconfiggere la solitudine senza provare ulteriore afflizione? Opera ricca e toccante, capace di trasmettere messaggi importanti ed essenziali. La continua introspezione all’interno di Rei, il manifestarsi delle sue parole ed inquietudini, l’insistenza di un passato dimenticato fin troppe volte, il tutto impreziosito da una regia di primo livello. Primi piani sulla espressioni facciali, utili a ed esprimere in pochi secondi lo stato d’animo che imperversa, e attenzione per i dettagli semplicemente maniacale. Continui silenzi interrotti da grida di liberazione e sorrisi spenti, nella continua ricerca di un futuro differente. E’ questa la profondità di un’opera matura ed empatica, ricca di atmosfera e spunti di riflessione. Il tutto, accompagnato dal dolce alternarsi di luci ed ombre, colori vivi e fondali spenti, occhi tristi e sorrisi vigorosi. Una continua fonte da cui attingere e sperare, per rivoluzionare l’industria orientale e dare speranza ad un mondo vuoto e privo di sentimenti.