Lacrime di sangue di Hélène Cattet e Bruno Forzani (2013)
I 10 migliori horror disturbanti
Dan (Klaus Tange), rincasando nel proprio appartamento, scopre che sua moglie è scomparsa. Preso dal panico, comincia a indagare, cercandola nel condominio, luogo che probabilmente nasconde diversi segreti.
Attraverso diverse sperimentazioni narrative e visive: come la bellissima sequenza a passo uno (stop motion) in bianco e nero, i frequenti split screen, il montaggio ellittico e iper-frenetico, immagini caleidoscopiche, le false soggettive, Cattet e Forzani riescono a elaborare un discorso coerente sul cinema stesso, destrutturando tempo e spazio. Ciò che disturba è proprio la violenza visiva (non nel senso gore) che vi lascerà devastati dopo la visione. Un’ora e 40 in cui lo spettatore si troverà vicino ad uno stato di depersonalizzazione e di derealizzazione.
Il film è un omaggio ai thriller all’italiana degli annni’70 di Sergio Martino, Aldo Lado e Lucio Fulci.