I 10 migliori horror disturbanti

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Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato (1980)

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Quattro reporter (Luca Barbareschi, Gabriel Yorke, Perry Pirkanen e Francesca Ciardi) si avventurano nella giungla amazzonica, terra popolata da indigeni cannibali. Il professore Harold Monroe recuperando dagli indios i filmati ripresi dai 4, ricostruisce gli avvenimenti.
O lo si ama o lo si odia, io non solo lo amo, ma lo considero uno dei migliori horror mai fatti.  Deodato ha avuto una delle idee più geniali di sempre: girare un horror come se fosse un falso-documentario (idea spesso erroneamente attribuita ai registi di The Blair witch project e avanti più di 20 anni su tutti i mockumentary prodotti oggi). La scelta originale del regista è anche consapevole, dal momento che fece pagare gli attori, con lo scopo di farli sparire per un po’ di mesi subito dopo l’uscita del film, per infondere negli spettatori dell’epoca un dubbio agghiacciante: Ciò che ho appena visto è finzione o realtà?
Monsieur Cannibal, come viene chiamato in Francia, il maestro del genere cannibalico (suoi anche Ultimo mondo cannibale e L’inferno in diretta), finalmente è stato rivalutato, grazie anche al riconoscimento di registi come Quentin Tarantino, Eli Roth e Robert Rodriguez.
L’argomento “violenza su animali” non è stato omesso, ma semplicemente ha ormai creato fin troppi dibattiti inconcludenti.
Possession di Andrzej Zulawski (1981)

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possession

Mark (Sam Neill) e sua moglie Anna (Isabelle Adjani), in piena crisi matrimoniale, finiscono per tradirsi a vicenda. Dal loro tradimento nascerà un’entità inumana.
Un film isterico, urlato, sopra le righe ed eccessivo (come in generale qualsiasi film del maestro polacco), ma capace di colpire lo spettatore in modo viscerale (la scena con la Adjani nel sottopassaggio impressionerebbe chiunque) e di metaforizzare la situazione politica di quegli anni.
Capolavoro estremamente sottovalutato. Ha ispirato Amat Escalante per La region salvaje (vincitore del premio per la miglior regia all’ultimo Festival di Venezia).