7) Metropolis
“Metropolis” di Fritz Lang, è il grido d’angoscia della nuova generazione che si scaglia contro la freddezza e il cinismo della ragione, cui si vuole sostituire in una nostalgica chiave tardo-romantica il concetto di “sentimento”. Metropolis è un enorme agglomerato urbano in cui sono portate all’estremo le conseguenze di una società industriale e capitalista, in cui le masse vivono con frustrazione e insofferenza la subordinazione del lavoro in fabbrica e nei ghetti. Nella pellicola la qualità visionaria dell’opera trova la sua massima espressione. L’orrore e l’angoscia dell’epoca risiedono negli imponenti edifici, nelle strade enormi, nei macchinari che divorano affaticati operai. L’obiettivo dell’opera è il richiamo ad un’utopia in cui si prospetta la speranza e la fiducia in un’umanità unità. Forse non tutti sanno che il film è la trasposizione cinematografico del romanzo scritto da Thea von Harbou, la stessa sceneggiatrice della pellicola, nonché meglio dello stesso Lang. Per quanto passato inosservato, oscurato dalla grandiosità e dalla notorietà del film; il libro della Harbou vale sicuramente una lettura.
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