Fenster (Benicio Del Toro), Dean Keaton (Gabriel Byrne), Todd Hockney (Kevin Pollak), Ray McManus (Stephen Baldwin) e Verbal Kint (Kevin Spacey) sono 5 criminali che hanno organizzato un grande colpo, commissionatogli da Kaiser Soze, criminale senza volto che tutti temono. La polizia prova inutilmente a capirci qualcosa. Il film che ha reso famoso Bryan Singer (regista dal grande talento, mai pienamente espresso, che successivamente dirigerà i primi due episodi degli X-man e L’allievo, tratto da Sthephen King), non poteva mancare in una classifica del genere.
Insieme a Seven di David Fincher, è stato il capostipite di tutta una serie di film che hanno cercato di emularne la struttura narrativa, solitamente con risultati decisamente inferiori (i discreti e derivativi Identity di James Mangold e Slevin – Patto criminale di Paul McGuigan, sono un esempio perfetto). Un finale a sorpresa che vorrà farvi rivedere tutto il film immediatamente.
4. Il sesto senso, M. Night Shyamalan (1999)
(A cura di Ettore Bocci)
Cole Sear (Haley Joel Osment) ha delle visioni extrasensoriali. Malcolm Crowe (Bruce Willis), psicologo dell’infanzia, cercherà di far luce sulla vicenda e proverà a ricucire i rapporti con la moglie. Non poteva nemmeno mancare un film di M. Night Shyamalan, infatti il regista ,del plot twist finale, ne ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica (come non ricordare i finali di The village o Split). Se pur al limite della scorrettezza verso lo spettatore, il finale indubbiamente funziona e difficilmente non vi rimarrà impresso. La gestione della suspense si avvicina, almeno negli intenti, a quella hitchcockiana, grazie anche ad una regia elegante, quadrata e mai modaiola.
Grazie alla divina regia di David Lynch, premiata al Festival di Cannes 2001, Mulholland Dr. si vanta anche di esser il miglior film del XXI secolo secondo un sondaggio promosso da BBC Cultura, che ha riunito 177 critici cinematografici in tutto il mondo. Il capolavoro del maestro del perturbante e dell’onirico è un’operazione interpretativa che attua nello spettatore il bisogno di scovare ciò che è insito, celato. In seguito ad un incidente sulla Mulholland Drive di Hollywood, Rita perde la memoria. Betty, un’aspirante attrice, cerca di aiutarla a ritrovare la sua identità. Un’opera surrealista e trascendentale che attraverso la psicoanalisi, racchiude in sè la potenza enigmatica della Settima Arte.
Per chi ha già visionato l’opera, troverete un articolo più dettagliatoqui.
2. Oldboy, Park Chan-wook (2003)
Secondo capitolo della “Trilogia della vendetta” firmata Park Chan-wook, rimane uno dei capolavori indiscussi del panorama cinematografico coreano e non solo. Vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2004, Oldboy è anche conosciuto come “Il film che Tarantino avrebbe voluto fare” (Quentin presidió la giuria del Festival nel 2004).
Chan-wook compone uno spietato puzzle sulla vendetta di Dae-Su, un uomo rinchiuso, apparentemente senza motivo, in uno squallido appartamento per 15 anni. Grazie ad un intreccio narrativo perfettamente originale e ad un linguaggio visivo altrettanto straordinario il regista coreano riesce ad afferrare l’interesse dello spettatore cogliendolo di sorpresa più di una volta: questa meravigliosa struttura a più livelli dona al film un finale a sorpresa tra i più enigmatici mai visti sul grande schermo.
The prestige, Christopher Nolan(2006)
Londra, età vittoriana. Due maghi apprendisti, Robert Angier (Hugh Jackman) ed Alfred Borden (Christian Bale) sono colleghi e buoni amici. Durante un numero, uno spiacevole incidente cambierà le dinamiche dei rapporti fra i due. La rivalità dei due darà inizio ad una crudele gara che si trasformerà ben presto in ossessione totale. Un film che tratta il tema del doppio e dell’illusionismo, con un finale a sorpresa tutt’altro che scontato.