The Invisible Guest – Recensione

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Negli ultimi anni il cinema spagnolo ha saputo tirare fuori dal proprio cilindro delle vere sorprese, che non solo si sono fatte notare in tutta europa, ma hanno anche fatto incetta di premi. Basti pensare a Desconocido, thriller diretto da Dani De La Torre, vincitore di due premi Goya, che metteva in mostra un ottimo Luis Tosar, attore sottovalutato e che merita una conoscenza più ampia. Conoscenza che merita anche The Invisible Guest, pellicola approdata da poco su Netflix, diretta da Oriol Paulo.

La trama narra le vicende di Adrián Doria, un imprenditore di successo, accusato di omicidio, che continua a dichiararsi non colpevole. Per difendersi, contatta l’avvocato Virginia Goodman, con cui lavora una notte intera per trovare un cavillo che permetta di farlo uscire dal carcere, ma l’emergere di un nuovo testimone metterà a repentaglio la strategia individuata.

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Una cosa è molto chiara: Questo film è puro Hitchcock. Si respira non solo all’interno della storia, ma anche attraverso l’uso della colonna sonora, che insieme alle atmosfere raggiungono un equilibrio davvero perfetto. Un continuo giocare con lo spettatore, una rivisitazione continua del caso, che durante il corso della pellicola diventerà sempre più interessante e misterioso. Una sceneggiatura avvincente e che caratterizza i personaggi lentamente. I loro difetti e le loro ansietà verranno fuori man mano che le storie prenderanno il sopravvento, fino al colpa di scena finale che metterà in chiaro la loro vera natura. Tutto questo non poteva venir fuori senza l’ausilio di un buon cast, di una buona interpretazione e gli attori si dimostrano sin da subito credibili nel loro ruolo, in primis il protagonista, che non solo stupisce per la sua intensità, ma anche per il suo essere misterioso. Uno sguardo fermo, senza emozioni, che desterà più di un sospetto nella mente di chi lo guarderà. È un thriller costruito sui dettagli, sulle bugie, su delle storie d’amore segrete, ma al tempo stesso piene di passione. Oriol Paulo, regista di altri film notevoli come Con Gli Occhi Dell’Assassino, dirige il tutto con estrema eleganza, facendosi aiutare da una fotografia fredda e gelida per quanto riguarda i flashback e calda e luminosa nei momenti attuali. Una scelta interessante e che conferisce alla pellicola una maggiore validità.

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The Invisible Guest è un thriller da conoscere e rivedere più volte. Una storia sorprendente, che all’interno del suo genere si può facilmente definire come uno dei film più interessanti e riusciti degli ultimi anni.

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RECENSIONE
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Simone Martinelli
Nato a Milano nel 1992. Appassionato di cinema sin da piccolo. I suoi registi preferiti sono David Lynch e Nicolas Winding Refn. Ama guardare film ogni giorno, alimentando sempre di più la sua fame di pellicole. Sogna un mondo senza Paolo Ruffini dietro la macchina da presa.
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