2. Taxi Driver, 1976
I migliori 20 film sulla solitudine (in ordine di gradimento)
Il Taxi Driver di Martin Scorsese non è solo un film. È un manifesto culturale e sociale con distinti riferimenti alla guerra del Vietnam.
Per le tematiche trattate, lo sceneggiatore Paul Schrader si ispirò molto all’esistenzialismo europeo e in particolare a La nausea di Jean-Paul Sartre e Lo straniero di Albert Camus, ma anche alle Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij. Anche la vicenda di Arthur Bremer, che nel 1972 tentò di assassinare il candidato democratico alle Presidenziali George Wallace, fu utile alla stesura della storia.
Nel 1976 Taxi Driver vinse la Palma d’oro al 29º Festival di Cannes[e fu candidato a quattro Premi Oscar, incluso quello di Miglior Film. Nel 1977, la allora tredicenne Jodie Foster si aggiudicò due BAFTA come Miglior attrice esordiente e Migliore attrice non protagonista.
Costantemente elencato come uno dei film più belli della storia del cinema, Taxi Driver è un thriller psicologico irresistibile.
Con elementi neo-noir, il film narra la storia di Travis Bickle, ex marine reduce del Vietnam. Trevis è un tassista alienato, solitario e insonne che indulge nella violenza per salvare una prostituta minorenne, Iris, guidato dal suo disprezzo per la società circostante.
Il film tratta un tipico senso di alienazione che deriva da una solitudine estrema e deprimente.
La solitudine m’ha perseguitato per tutta la vita. Dappertutto: nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, dappertutto. Non c’è scampo: sono nato per essere solo.
In ogni strada di questo paese c’è un nessuno che sogna di diventare qualcuno.
È un uomo dimenticato e solitario che deve disperatamente provare di essere vivo.
1. Solaris, 1972
Il capolavoro di fantascienza del 1972 diretto da Andrej Tarkovskij si aggiudica il primo posto della nostra classifica.
Tratto dall’omonimo romanzo del 1961 dell’autore polacco Stanisław Lem, e risposta sovietica a 2001: Odissea nello Spazio, Solaris è stato presentato in concorso al 25º Festival di Cannes, vincendo il Grand Prix Speciale della Giuria.
Solaris è stato riproposto in un omonimo, e meno riuscito, remake del 2002 con George Clooney sotto la regia di Steven Soderbergh.
Uno dei risultati più unici del cinema, Solaris è un film calmo e contemplativo alla ricerca del significato dell’esistenza umana. Incentrato sui concetti di identità e scoperta dell’io, il film racconta la storia di uno psicologo che partecipa a un viaggio nello spazio per scoprire cosa è accaduto all’equipaggio di una nave spaziale, divenuto pazzo dopo la missione. Con una narrativa piuttosto complessa, Solaris si occupa tatticamente del concetto di solitudine e si presenta con una intrigante risposta filosofica.
La scienza? Sciocchezze. In questa situazione la mediocritá e il genio sono ugualmente inutili! Noi non vogliamo affatto conquistare il cosmo. Noi vogliamo allargare la terra alle sue dimensioni. Non abbiamo bisogno di altri mondi: abbiamo bisogno di uno specchio. Ci affanniamo per ottenere un contatto e non lo troveranno mai. Ci troviamo nella sciocca posizione di chi anela una meta di cui ha paura e di cui non ha bisogno. L’uomo ha bisogno solo dell’uomo!