4) Alice attraverso lo specchio, di James Bobin
[a cura di Luca Varriale]
Valutazione: 3+/10
Se dovessimo trovare un aggettivo per la saga di Alice di Tim Burton sicuramente questo sarebbe “freddo”. Non c’è calore o magia nelle trasposizioni del romanzo di Lewis Carroll create da Tim Burton, che fallisce miseramente in entrambe le pellicole (anche se questa seconda è affidata alla regia di James Bobin). Se Alice In Wonderland almeno era stato un buon successo commerciale, non si può dire lo stesso del sequel, ovvero Alice attraverso lo specchio, che è costato alla Disney un buco di 70 milioni di dollari, oltre alla stroncatura della critica. Nulla a che fare con le caratteristiche atmosfere dei romanzi del famoso e imitatissimo scrittore inglese, neppure un cast d’eccezione riesce a risollevare questo secondo capitolo dalla noia e dall’anonimato. Mia Wasikowska, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway e Rhys Ifans appaiono a disagio e senza appeal, mentre Johnny Deep è in palese fuori forma artistica. Si salva Sacha Baron Cohen con una performance divertente, ma di ordinaria amministrazione. Discutibile il rimaneggiamento della storia, che rende tutto banale e ben lontano dal capolavoro per ragazzi scritto da Carroll. Principale segno di questo approccio è il ruolo centrale del Cappellaio Matto, decisione presa solo per dare più spazio a Johnny Depp. Inoltre, stucchevole la forzata storia d’amicizia (amore?) tra il Cappellaio e Alice. Sicuramente il peggior live action di casa Disney. Riprovaci ancora, Tim!