5) Passengers, di Morten Tyldum
[a cura di Eduardo Bigazzi]
Valutazione: 3,5/10
Dopo essersi guadagnato un posto nella nostra classifica dei film sopravvalutati, Morten Tyldum si palesa anche qua, con un brutto film.
Un’astronave completamente automatizzata compie un viaggio interstellare per raggiungere una colonia terrestre. La durata del viaggio è di 120 anni, e i passeggeri sono più di 5’000. Ma, a causa dello scontro con un meteorite, uno dei passeggeri si sveglia dal sonno criogenico cui era sottoposto, ritrovandosi così ad essere l’unica persona attiva in tutta la nave – e dovendo aspettare 90 anni prima di poter chiedere aiuto. Dopo un anno di solitudine l’uomo decide infine di risvegliare un’altra persona, scegliendo una donna con cui trascorrere il resto del tempo. E da questo momento in avanti tutto il film va completamente in fumo, sottolineando delle gaffe di sceneggiatura veramente raccapriccianti. Se l’ottima idea iniziale poteva presagire risvolti thriller, macchinosi e intriganti, il susseguirsi delle vicende rivela le grosse difficoltà di Jon Spahits a costruire quella che è in realtà una semplice storia d’amore condita da una fiacca avventura. Oltre a battute ed eventi telefonatissimi, falsi deus-ex machina inseriti ad hoc per ogni situazione e buchi di trama davvero sconcertanti, la conclusione della pellicola conduce a quel banale lieto fine che tutti si aspettano di trovare – lasciando ancora una volta le vicende in un alone di nonsense quantomeno fastidioso. Ciò che infine resta allo spettatore è un’intricata soap opera sci-fi che cerca con tutte le sue forze di mettersi i bastoni tra le ruote, ma che, incredibilmente, riesce ad ottenere pure due nomination agli Oscar. Imbarazzante.
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