Mia mamma mi ha sempre parlato del cielo. Le piaceva guardare le nuvole di giorno e le stelle di notte, soprattutto le stelle. Certe volte facevamo un gioco, un gioco chiamato”cosa c’è al di là del cielo”, immaginavamo l’oscurità o una luce abbagliante o altre cose che non sapevamo come chiamare, naturalmente era solo un gioco. Non c’è niente al di là del cielo, se ne sta lì, è infinito, e noi giochiamo sotto di lui.
In questa nuova puntata di In Sordina dedicata alle serie tv vi porteremo, o “rapiremo”, nel mondo della fantascienza spielberghiana, che più che essere costituita da viaggi interspaziali è caratterizzata dalla mitologia legata agli UFO e agli incontri ravvicinati.
Il titolo della serie dà precisamente l’idea di cosa stiamo guardando: Steven Spielberg Presents Taken, ma al pubblico e alla critica è semplicemente nota come Taken. Questa miniserie prodotta dalla Dreamworks e scritta da Leslie Bohem e mandata in onda nel 2002 non fa altro che comprimere le idee di Steven Spielberg su UFO, razze aliene e incontri ravvicinati. In dieci puntate da novanta minuti (lunghissime ma scorrevoli) si percorre mezzo secolo di storia statunitense (dal 1947 ai primi anni del nuovo millennio) con un unico filo conduttore, ovvero la feconda mitologia legata agli UFO di cui la storia a stelle e strisce è piena. Sin dalla seconda guerra mondiale gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati sono stati numerosi, e si può dire che molti velivoli degli eserciti in lotta hanno avvistato qualcosa di strano durante i combattimenti nei cieli dell’Europa e del Pacifico (i cosiddetti Foo fighter). Questi furono i primi segni di qualcosa che negli anni a venire sarebbe diventata una vera e propria ossessione per molti cittadini del nostro pianeta. Ma il luogo più fecondo per queste storie è stato indubbiamente la terra dello zio Sam, che nel XX secolo fu invasa da migliaia di presunti avvistamenti, incredibili testimonianze di rapimenti e allusioni sul il non tanto celato coinvolgimento del governo in materia di alieni. Chiariamo fin da subito che per gli americani è una vera e propria ossessione, e che probabilmente è la mitologia a cui molti di loro sono più legati. Ad esempio di ciò, basti pensare che l’intera struttura di una delle serie più amate di sempre, ovvero Twin Peaks, fa degli alieni il suo perno centrale nel spiegare il mistero che circonda gli Stati Uniti, e lo fa parlando di esseri extradimensionali ed extraterrestri attraverso l’intera storia americana dalla spedizione di Lewis e Clark fino ai giorni nostri. Se non ci credete, provate a leggere Le vite segrete di Twin Peaks scritto da Mark Frost.
Taken, pertanto, ha lo scopo di fare una panoramica su tutto il fenomeno UFO negli Stati Uniti, partendo dalla già citata seconda guerra mondiale ci accompagna attraverso i fatti di Roswell; ci racconta dei numerosi progetti segreti governativi come i progetti Sign, Grudge e Blue Book, che coinvolsero anche scienziati ex nazisti; parla dell’interesse che alcuni presidenti, su tutti Eisenhower e Nixon (meno Kennedy), avevano per il fenomeno UFO. In riferimento a quest’ultima affermazione è simpatico riportare quella insistente voce, confermata anche dalla nipote di Eisenhower, che vuole che l’allora presidente incontrò nel 1954 per ben due volte due differenti razze aliene e con una di loro strinse addirittura un accordo che secondo questa versione spiegherebbe l’immenso balzo tecnologico che ha coinvolto l’umanità nella seconda parte del XX secolo. Con questa accattivante voce appena riferitavi entriamo nel cuore di Taken, poiché il fulcro della storia è strettamente collegata a questi fatti. Per farla breve, Eisenhower decise di accogliere le richieste di una sola razza aliena, precisamente i Grigi, che offrivano tecnologia avanzata in cambio del permesso di poter prelevare di tanto in tanto esseri umani per portare avanti delle ricerche biologiche e genetiche, da quel momento le testimonianze di rapimenti ebbero un picco eclatante non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. Perché è questo il cuore di Taken? Perché la miniserie pur attingendo a piene mani dal capolavoro di Spielberg sull’argomento, ossia Incontri ravvicinati del terzo tipo, a differenza di quest’ultimo si concentra su un altro livello di incontri, vale a dire quelli di quarto tipo, ossia i rapimenti. Tali rapimenti sono effettuati dai Grigi, appunto, per scopi di ricerca biologica.
Delineato il contesto fantascientifico, bisogna parlare della struttura narrativa della serie, che molto intelligentemente riesce a ripercorrere il ‘900 americano attraverso l’espediente dell’epopea familiare. Le famiglie in questione sono tre: i Clarke, i Crawford e i Keys e attraverso le loro generazioni si mette in mostra il rapporto che intercorre tra gli alieni e la razza umana, il tutto seguito dall’occhio attento del governo americano, interessato principalmente ad insabbiare le storie sugli UFO, soprattutto attraverso la scusa che molti avvistamenti non sono altro che le testimonianze di esperimenti militari legati alla Guerra Fredda. Inoltre, il governo tenta di capire gli scopi di tale rapimenti ed il perché dell’esistenza di tale interesse per gli umani, nonché la natura malvagia o non di tali interventi, che sembra sfuggire sempre, data la difficile collocazione della natura aliena all’interno del contesto etico umano.
Pur non avendo degli effetti speciali eccezionali, sia per la tecnologia dei primi anni duemila sia per un livello da prodotto televisivo, va detto che il tutto regge grazie alle ottime interpretazioni attoriali, di cui non riferiremo i nomi poiché nessuno degli attori è realmente famoso, ad eccezione della piccola Dakota Fanning, qui ai primissimi passi della sua carriera, che diviene il fulcro dell’intera vicenda. Fulcro anche perché l’intera storia beneficia dei monologhi introduttivi recitati dalla voce della stessa Fanning che strutturano l’intera filosofia della serie raggiungendo livelli di scrittura davvero ottimi, donando spunti di riflessione interessanti e spesso toccando corde emotive con pensieri estremamente poetici: “e se pure ci fosse qualcuno lassù, non saremmo insieme ma comunque soli?”.
I numerosi registi che hanno diretto lo show omaggiano chiaramente l’estetica di Spielberg, facendo, così, di Taken un prodotto spielberghiano di riflesso, ma assolutamente classificabile come prodotto tipico del regista di E.T.. Ovviamente, nota stonata di tale approccio è quel romanticismo e sentimentalismo estremamente melenso che caratterizza alcuni lavori del famoso regista, ma se siete abituati ai suoi lavori è una pecca su cui si può sorvolare concentrandosi sulla dose di scetticismo e cinismo che parte dei personaggi portano sullo schermo.
Lo scetticismo è un concetto importante all’interno della serie, poiché rende estremamente realistico il lato fantascientifico, riuscendo così ad esprimere efficacemente il lungo dibattito che da anni coinvolge l’opinione pubblica americana (e non) tra chi crede alla mitologia UFO e chi invece lotta strenuamente per negare la veridicità di tali eventi.
Oltre all’interessante ricostruzione e riflessione su sessant’ anni di Ufologia, a tenere incollati allo schermo è il cercare di capire il motivo per cui gli alieni agiscono in questo modo lungo tutta la serie, in sostanza, capire esattamente i motivi degli extraterrestri. Le lunghe ore di visione verranno ripagate da una spiegazione che siamo sicuri accenderà il vostro interesse e la vostra curiosità.
Pertanto, se siete appassionati della materia o neofiti che vogliono buttarsi a capofitto sull’argomento, Taken è la serie che fa per voi, poiché è sicuramente uno dei migliori show sul mito UFO. Tutte le sfaccettature del complesso dibattito vengono affrontate abbastanza approfonditamente, sviluppando argomenti già presenti in Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Infine, quale show migliore per la stagione delle notti stellate?
P.S. per gli amanti dei premi: oltre a tante nomination, Taken ha vinto un Emmy come miglior miniserie nel 2003.