L’ho conosciuto nel 1982 quando sono andata a passare un weekend con la mia amica
Antonella nella casa in Toscana di Dado Ruspoli.
Roberto era tra le molte persone invitate e ad Antonella piaceva da impazzire, aveva
deciso di farselo a tutti i costi ma lui non ne voleva sapere.
Una sera lei mi disse: “E’ molto timido, non so cosa fare, perché non mi dai una
mano?”.
La notte abbiamo aspettato che tutti fossero andati a letto, siamo entrate nella sua
stanza e pian piano ci siamo infilate sotto le lenzuola.
Era davvero buffo: dormiva con tanti indumenti addosso, calze, mutande, canottiera
di lana. Era molto carino e abbiamo tentato di spogliarlo e toccarlo.
Lui è saltato giù dal letto ed ha cominciato a correre per la stanza gridando:
“Siete matte, mi vergogno!”.
Abbiamo riso tutta la notte, poi ci siamo addormentati insieme.”
-Moana Pozzi su Roberto Beningni