Regista inglese, Tony Kaye, per la prima volta dietro la macchina da presa, confezione un film importante su un tema delicato quale è il razzismo in America, paese a lui sconosciuto. In particolare il film ha per oggetto una comunità di neo nazisti californiani, che vengono dipinti con un distacco quasi privo di giudizio e risentimento, nonostante la fede professata dallo stesso Kaye in quanto ebreo ortodosso. Riesce grazie all’interpretazione di un Norton che da bravo ragazzo si trasforma in un sadico e violento skin head, che in carcere trova la redenzione pentendosi dei propri peccati.
6) American Beauty, Sam Mendes
L’esordio alla macchina da presa di Sam Mendes è stato legittimato e riconosciuto dall’assegnazione di numerosi premi, tra cui l’Oscar al miglior film, al miglio regista e al miglior attore a Kevin Spacey. American Beauty parte da un premessa quanto più semplice: la crisi di mezz’età di un uomo invaghito di un’amica della figlia adolescente. La pellicola si dimostra essere di portata ben più ampia, facendosi riflesso satirico dell’ipocrisia e della repressione della classe medio borghese americana. Approfondendo temi come l’amore, la sessualità, la bellezza, la materialità e la liberazione catartica degli istinti primari repressi.