Si è celebrata venerdì 16 Giugno presso il cinema Arlecchino di Bologna, la cerimonia di premiazione del festival cinematografico Biografilm. Tra i film italiani, Il Principe di Ostia Bronx, una produzione romana presentata in esclusiva in concorso al festival, si è aggiudicata il Life Tales Award e il premio del pubblico, con una storia tragicomica intima e verace.
Presenti in sala anche alla prima del film documentario di Raffaele Passerini, e accolti da un pubblico felice di incontrarli, i protagonisti, Dario Galetti Magnani e Maury, si mostrano emozionati e sorpresi del successo dei loro stessi insuccessi raccontati sul grande schermo.
“Che significa essere una star, tu sei una star, la star della borgata tua.“
Il Principe di Ostia Bronx ha il suo palcoscenico sulla spiaggia nudista di Capocotta, Ostia, nei pressi di Roma. Dario e Maury, una coppia di attori rifiutati dal teatro, dall’Accademia e dal cinema, hanno deciso di trasferire qui il proprio palco e di costruire una realtà a loro piacimento.
“Per tutti i calci in culo che mi ha dato la società, mi sono messo su un piedistallo e ho deciso che sono il principe”, racconta Dario.
Con indosso uno dei suoi mille costumi da bagno e una radio da spalla, percorre spavaldo ogni giorno il bagnasciuga dove tutti lo conoscono, mentre improvvisa irriverenti e ispirati monologhi, permeati da quella malinconia che ben si intona con la vita attorno.
Nella casa che condivide con il compagno di sempre, Maury, dotta ed eccentrica attrice mancata e complice della sua genuina follia, il principe ha racchiuso tutta la loro colorata unicità e un amore per il cinema che trasuda da ogni parete, in quello che potrebbe definirsi come il perfetto baluardo del kitsch.
Liberi da regole e moralismi, grazie alla perseveranza di una poetica che trasforma ogni fallimento in una nuova, personale, forma di vittoria, i due si sono guadagnati in un ventennio l’affetto di un pubblico fedele, rendendoli a pieno titolo il Principe e la Contessa di Ostia. Estate dopo estate, inventano e filmano un vasto repertorio di scene che recitano a se stessi e al loro pubblico, e in cui riecheggia amara la mancanza di un vero palco, “che solo i signori, i grandi geni italiani, sono autorizzati a calcare”.
Il regista Raffaele Passerini, alle prese con la sua prima opera, incontrò Dario e Maury la prima volta 15 anni fa su quella medesima spiaggia del litorale romano e ci sono voluti tutti questi anni perché il progetto si arricchisse delle voci e dei volti di due personaggi veri e toccanti per arrivare a scoprirli nella loro intimità.
Il docufilm, dell’attuale durata di 60 minuti, è un interessante work in progress narrativo che dalla spiaggia di Capocotta è giunto sul palco del Biografilm Festival di Bologna, dove in questi giorni si stanno girando nuove scene per la versione definitiva che arriverà in sala il prossimo autunno.
Creando empatia con lo spettatore, Il principe di Ostia Bronx riesce ad andare oltre gli stereotipi e racconta una storia d’amore ai margini di individui che ricercano la felicità in un mondo che non li riconosce. Il film offre uno sguardo appassionato sul contemporaneo celebrando il fallimento come parodia e rendendo chiunque lo desideri un Principe o una Contessa, almeno per un giorno.
Dalle storie di Dario e Maury, quel che emerge è dunque un film stralunato, un’opera sincera che celebra chi è ai margini ma non si arrende e decide di creare da sé il proprio riscatto, scrivendo e vivendo la propria sceneggiatura per un film di successo.