I 14 film preferiti di Nicolas Winding Refn

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Come spesso accade, viene richiesto ai registi quali siano i loro film preferiti, quelli che li hanno maggiormente influenzati nelle loro produzioni, segnandoli nel loro modo di raccontare e mostrare un film.

Questa volta è toccato a Nicolas Winding Refn, uno dei più talentuosi e controversi registi contemporanei. Ha vissuto a New York fin da piccolo, dove ha studiato cinema prima di rimpatriare nel suo paese di origine, la Danimarca. Abilissimo nel creare e raccontare le sue pellicole come solo la settima arte può fare nella sua maniera più autentica e pura, attraverso l’uso delle immagini, che sullo schermo appaiono perfettamente definite grazie alla combinazione con allucinanti colonne sonore (adora lavorare con Cliff Martinez, la cui cooperazione eleva ulteriormente i film). Comunicando con l’utilizzo di inquadrature intenzionate a riprendere i gesti, i volti, e i dettagli dei suoi tormentati  e complessi personaggi.

Di seguito la classifica in ordine casuale:

  1. Tokyo Drifter, Seijun Suzuki.

641022096879472221 tokyo drifter neon banner.fullFavoloso e variopinto yakuza-movie del grande regista di cinema gangster giapponese, Seijun Suzuki. Nemmeno a dirlo, il film colpisce per il suo straordinario stile visivo e sperimentale, pur narrando una storia abbastanza classica nel genere e senza grandi prospettive. La ricerca estetico-narrativa del film ha sicuramente influenzato il capolavoro di Refn “Only God Forgives“.

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La trama racconta la vicenda di un giovane yakuza chiamato Tetsuya, appartenente al clan Kurata. Il giovane fedele al suo boss rifiuterà di aggregarsi ad un clan rivale, intento a conquistare tutta la zona, innescando una spirale di violenza e morte.

“Unico, geniale, fantastico! Amo questo film!” NWR

2. La battaglia di Algeri, Gillo Pontecorvo.

cezayir bagimsizlik savasi direnis filmleri 600x344 549x315Realtà e cinema si uniscono in questa importante e drammatica pellicola raccontata alla perfezione da Gillo Pontecorvo. Attraverso uno stile quasi documentaristico il regista ci mostra la rivolta del popolo algerino contro il colonialismo francese, che porterà poi i primi a raggiungere l’indipendenza, ma a che prezzo?. Pontecorvo nel film non prende parti, rivelando sia l’inumana repressione dei soldati francesi, che i codardi attacchi terroristici perpetuati dagli algerini. Il tutto girato in uno splendido bianco e nero, magnificamente fotografato da Marcello gatti e accompagnato dalle pungenti musiche di Morricone.

“Avevo ventiquattro anni quando ho fatto il mio primo film, Pusher (sul mondo nascosto della droga danese), e per questo ho rubato tutto quello che potevo, sia visivamente che tecnicamente, da questo film e da Cannibal Holocaust.” NWR