Scorsese insieme all’UNESCO e la FEPACI ha deciso di compiere uno sforzo per migliorare ancora il mondo del cinema, una crociata per mantenere il medium vivo.
Aboubakar Sanogo è un ricercatore di cinema africano e lavora per la Pan African Federation of Filmakers (FEPACI), ma ciononostante ha impiegato anni per vedere uno dei film più importanti del continente, Soleil O di Med Hondo. Un ritratto di un immigrato a Parigi nel 1969, quasi introvabile. Sanogo ebbe la possibilità di vederlo soltanto nel 2006 a Parigi. “Persino in Burkina, la capitale del cinema africano, il film non era disponibile” ha affermato lo stesso durante la sua permanenza a New York.
Sanogo stava spostando l’attenzione sul problema della preservazione della storia cinematografica africana, una storia che adesso potrebbe avere un futuro molto luminoso. Il 7 giugno la FEPACI, l’UNESCO e Scorsese insieme al suo World Cinema Project hanno firmato una lettera di approvazione per formalizzare la loro partnership nell’ African Film Heritage Project, un’iniziativa per preservare il cinema africano. Il loro lavoro ha già avuto degli ottimi riscontri, con il film Soleil O in visione al Festival di Cannes nella sezione classici.
“Si ripristineranno i film disseminati in Africa e in tutto il mondo, che rappresentano una collezione di film africani storicamente, artisticamente e culturalmente significativa“, si è così espresso Scorsese durante l’evento. In seguito ha anche rivelato da dove arrivi questo suo interesse per il cinema africano, coltivato soprattutto dopo la visione del film Yeelen di Souleymane Cissé. Una passione da cui scaturì un rapporto di amicizia con il regista che lo folgorò con un commento fattogli a Cannes nel 2007: “Mi disse, ‘se non cerchiamo di ripristinare il cinema africano le generazioni future non sapranno mai chi sono’, e il cinema è un modo perfetto per aprire la mente alla curiosità per le altre culture.”
(Per sapere di più sul supporto di Scorsese al cinema internazionale andate qui).
L’iniziativa permetterà di ampliare la conoscenza della storia del cinema africano che per anni è rimasta ai margini della cultura cinematografica. Con un contesto storico a sostenerli i vecchi film potranno vivere di nuova linfa nelle classi di studio cinematografico. Allo stesso tempo sarà un progresso per l’educazione dei giovani studenti di cinema in Africa, come sottolineato da Sanogo: “L’avvento del digitale ha reso il cinema più accessibile. Ho portato i miei studenti a Burkina nel 2012 per studiare cinema. Sognano un giorno di poter tenere in mane un pezzo di celluloide e poterci filmare sopra, a scuola non le hanno mai avute. Ma l’energia e il desiderio di fare cinema non è mai stato così grande in Africa come oggi.“
Anche il direttore generale dell’UNESCO, Irina Bokova ha partecipato all’evento esprimendo tutta il suo entusiasmo per il progetto, “Il cinema è storia e raccontare una storia. I film africani sono una forma di espressione culturale. È una scoperta della propria identità. Penso che il cinema sia uno dei migliori modi per ricercare le proprie radici… la tecnologia ci ha dato la possibilità di preservare tutto questo. Il progetto intende farlo.”
Qui sotto trovate la cerimonia completa con le dichiarazioni di Scorsese.