Oldboy, di Park Chan-wook 2003
Le 10 migliori scene di violenza degli ultimi 30 anni
Se anziché dall’ordine cronologico, questa classifica fosse stata governata dall’ordine di merito, la scena delle martellate nel corridoio tratta da Olboy avrebbe sicuramente gareggiato per il podio, con ottime possibilità di aggiudicarsi il gradino più alto.
Dopo un cambio di colori che trasporta Dae-su nel teatro del massacro, dalle tonalità livide e tetre, Park Chan-wook opta per un long-take a scorrimento laterale, girato abbattendo immaginariamente una delle pareti di un corridoio. Se per buona parte della pellicola il regista traspone le scene più gore con dei fuori campo (vedi la scena immediatamente precedente dell’estrazione dei denti o quella del taglio della lingua) che lasciano spazio all’immaginazione, rendendo il quadro solo più violento e sconvolgente, in questa sequenza invece, gli attori recitano una lotta-danza in piena vista, come se fossero sul palco di un teatro, riuscendo a trasmettere la fatica del protagonista Dae-su, che è sì straordinariamente forte, ma comunque trova difficoltà nel massacrare una ventina di uomini. Vedere costantemente il quadro completo ci spinge ad accettare meglio quella che in molti film non è altro che una violenza immotivata o una violenza scioccante. In Oldboy la violenza viene profondamente estetizzata.
Le citazioni riguardo questa scena sono state numerose.
Prima Refn nel suo Drive
che però non si è accontentato di citare la posa della martellata ma ha voluto omaggiare anche il corridoio.
Qualche anno più tardi è stato il turno di Tarantino, che già a Cannes, quando presiedeva la giuria che premiò Oldboy, non fece segreto della sua personale ammirazione per il film, arrivando a dire “è il film che avrei voluto girare” (non a caso i parallelismi col suo Kill Bill si sprecano); ammirazione che appunto si tradusse nel 2013 col martello impugnato da DiCaprio in Django Unchained.
Una terza citazione la troviamo più avanti in questo articolo…