3) Gloria di John Cassavetes (1981)
Nel suo film forse più accessibile, canonico e rispettoso dei paletti di un genere (il gangster movie), Cassavetes non si scorda di imprimere il suo inconfondibile tocco di realismo, veridicità emotiva e piena adesione da parte dei suoi magnifici attori ai rispettivi personaggi. Una famiglia sta per essere “giustiziata” da dei sicari mafiosi, la madre riesce a mettere in salvo il figlioletto affidandolo a Gloria, ex donna del boss e sua vicina di casa. La fuga dai killer, per questa strana coppia, non sarà semplice, anche se la donna si dimostrerà un vero osso duro per l’organizzazione criminale. La Rowlands è stratosferica, un ritratto di donna unico, l’emblema della vocazione materna come indole innata, disposta a mettere nei guai sé stessa e a mandare all’aria piani e progetti di una vita pur di proteggere un bambino a lei fino a quel momento quasi sconosciuto. Una relazione schietta, rude ma sincera quella che si instaura tra i due, lontano da eccessi patetici o melensi (l’interpretazione stessa del piccolo attore è quanto di più distante ci sia dal compassionevole e dal ruffianesco; perle ai porci, evidentemente, come dimostra il Razzie awards affibiatogli quell’anno). Da vedere.