IT – Galleggiare nei suoni del terrore

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In quest’ultimo periodo è tornato a far parlare di sé un film cult (in realtà miniserie composta da due episodi) che ha decisamente terrorizzato un’intera generazione di ragazzi e tutto questo grazie all’annuncio di un remake ormai prossimo all’uscita segnata per il 21 settembre. Naturalmente stiamo parlando del malefico pagliaccio inventato dal geniale Stephen King: IT. A curare la colonna sonora della miniserie è stato il compositore californiano Richard Bellis, riuscendo a portare a casa un Emmy Award per il lavoro svolto sui due episodi. Bellis ingrana subito la marcia regalando una Main Theme superba che si fonde perfettamente a una delle scene più iconiche del film, cioè all’indimenticabile sezione in cui Georgie corre sotto la pioggia con indosso il suo impermeabile giallo, intento a rincorrere la barchetta di carta che improvvisamente finisce dentro un tombino, dove gli si rivelerà poi il clown assassino. Prima dell’incontro con IT, un tappeto di violini fa da base a un pianoforte che, a cadenza regolare, batte alternatamente due note che si susseguono, risolvendosi prima con un avanzamento di un tono, dopo crescendo di tonalità, seguito poi in tutto e per tutto dai violini.

Questo crea un effetto di pura ansia che ci accompagna direttamente al faccia a faccia con il clown, dove a far da sfondo crescerà una melodia che ricorda le classiche sinfonie che risuonano nei circhi, soltanto che nella progressione dei suoni si accavallano dissonanze sempre più forti e presenti che trovano l’apice durante l’epilogo della scena. Purtroppo però le melodie da circo saranno sovrastanti per tutto il resto dell’opera e non lasceranno emergere altri ottimi brani che Richard Bellis aveva creato. Praticamente molte delle apparizioni del clown vengono accostate a quelle melodie e per quanto inizialmente sia perfettamente coerente e inquietante, alla lunga finiscono con l’essere fin troppo ridondanti. È vero che il richiamo a tali suoni può far avvertire la presenza del malefico clown e quindi mettere in allarme lo spettatore, ma è altrettanto vero che a volte questo può smorzare alcune sezioni più movimentate, in cui un brano più incalzante avrebbe reso molta più tensione alle varie scene.

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Per quanto Bellis abbia svolto un ottimo lavoro, c’è da considerare il fatto che in molti brani che accostano la pellicola vi è una considerevole presenza del synth posti in modo non del tutto encomiabile. Sicuramente all’uscita del film, l’utilizzo di strumenti elettronici e, all’epoca, sonorità moderne, possono aver sortito una concezione di colonna sonora progressista e al passo coi tempi. Purtroppo questa caratteristica è stata usata in larga scala negli anni ’80 e ’90, rendendo così alcune pellicole più “anziane” di quel che in realtà potrebbero essere concepite oggi. Probabilmente il genere più imputato sotto questo aspetto è proprio l’horror, questo perché alcune musicalità e suoni non sono rimasti al passo coi tempi, smorzando irreparabilmente alcune scene. Con questo non voglio dire che il synth non debba essere usato o che il suo utilizzo trasformi un buon progetto in uno mediocre, ma purtroppo l’ascolto di quelle sonorità può richiamare alla mente l’epoca che fu, rischiando che parte della tensione possa essere affievolita accostando certi brani a un film action più che a un horror. C’è da dire che Bellis ha lavorato molto sulle dinamiche, creando sempre apprensione nello spettatore.

Qui sotto ci sono alcuni brani moderni che si rifanno alle sonorità horror anni ’80.

A mio parere una delle parti meglio riuscite è quella dell’epilogo, il combattimento finale. Richard Bellis è stato in grado di valorizzare alcune scene in cui l’azione è ridotta all’osso e a infondere tensione con continui crescendo di violini e battute d’arresto, seguite poi da melodie più lente e cupe. Per quanto mi riguarda credo che in linea di massima la componente musicale abbia dato un ottimo supporto alla pellicola, garantendo una buona tensione ogni volta che se ne sentiva il bisogno. Personalmente avrei preferito più richiami al tema principale e meno ai synth e ai suoni da circo, ma ciò non toglie che Richard Bellis abbia fatto un ottimo lavoro praticamente in ogni sezione del film. A questo punto non vediamo l’ora di mettere le mani sulla nuova pellicola per scoprire quanto verrà riplasmata anche sul piano musicale.

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Se volete potrete trovare il recente trailer in questo articolo.

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