4. Il Grande Gatsby, Oscar 2014, Catherine Martin
Quando si parla di “ruggenti anni 20” c’è poco da fare: si tratta di uno dei periodi considerati migliori dal mondo della moda, i cui echi permangono ancora oggi. Con brand quali Prada e MIU MIU che hanno collaborato con la costumista non ci stupisce che il film abbia vinto la statuetta dorata, così come aveva fatto il suo predecessore del 1947. Sono gli anni del dopoguerra: le donne si liberano dall’epoca precedente indossando gonne corte, tagliando i capelli. Durante le feste di Gatsby viene descritta la ricchezza e il lusso sfrenato di questo periodo attraverso lustrini, gioielli, pellicce: in questo contesto Daisy doveva risaltare, doveva sembrare eterea. Si è scelto di vestirla quindi quasi sempre come se fosse un gioiello, con colori chiari e delicati.
Particolarità del film è che i gioielli sono stati forniti dal brand Tiffany. In questo caso non si tratta di un anacronismo come per Anna Karenina e Chanel, poichè lo stesso Francis Scott Fitzgerald, autore del libro, faceva acquisti da Tiffany.
Ultima curiosità: il regista Baz Lurhmann aveva un solo divieto in fatto di costumi: niente piume!