La notte che mia madre ammazzò mio padre – Recensione

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Avevamo già stilato una classifica che parlava del cinema spagnolo oltre al rinomato Pedro Almodovar per dare la prova che il cinema iberico sta attraversando un periodo d’oro, dove vari generi si intersecano tra loro sfornando prodotti degni delle migliori note. Oltre al recente noir “Tarde Para La Ira“, opera prima dell’attore Raul Arevalo, che ha fatto man bassa di Premi Goya, troviamo una brillante black comedy scritta e diretta da Ines Paris, già direttrice del simpatico “A Mia Madre Piacciono Le Donne“.

Permangono gli equivoci ma stavolta non si parla di sessualità. Due famiglie allargate, in cui tutti lavorano nell’ambito cinematografico, si incontrano a cena per convincere Diego Peretti (che recita nel ruolo di sé stesso) a partecipare al nuovo film scritto da Angel, un ex romanziere che è diventato sceneggiatore, e prodotto da Susan, la ex moglie di Angel. La cornice di questa cena è la sfarzosa e labirintica casa dove Angel vive con la sua attuale moglie, Isabel, un’attrice di teatro che vorrebbe partecipare a questo film come protagonista nonostante il parere contrario di Susan ed Angel. Ma Isabel è testarda e vuole convincere i due a scritturarla come protgonista e per farlo organizzerà qualcosa che le sfuggirà terribilmente di mano.

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Ines Paris ormai sembra essere legatissima al genere della commedia ma qui scende nel sottogenere della black comedy, con un film divertente che non si vedeva dai tempi di “Crimen Perfecto“. Situazioni surreali caratterizzano questo film di interni, a tratti molto teatrale, come se fosse una commedia a due atti, strizzando l’occhio ad Agata Christie ed al maestro del brivido Alfred Hitchcock, senza dimenticare quel capolavoro della black comedy di “Invito a Cena con Delitto“.

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Un film leggero la cui unica pretesa è quella di intrattenere e far ridere. E ci riesce alla perfezione. Senza mai cadere nel volgare, “La notte che mia madre ammazzò mio padre” mette in scena la tipica commedia degli equivoci ma con un intreccio degno dei migliori gialli d’autore. Un plauso va fatto senz’altro al cast, capace di dare una prova fenomenale mettendo in scena alla perfezione e senza troppe forzature lo stress che una situazione come quella della “cena con delitto” riesce a dare. Menzione speciale a Diego Peretti che oltre ad offrire un’interpretazione fenomenale sotto l’aspetto della mimica facciale, riesce anche ad abbracciare l’autoironia, presentandosi come “attore ma anche psichiatra”: questo perché lui è stato il protagonista del remake argentino della serie In Treatment.
Un film che riesce a far divertire e che lascia lo spettatore incollato allo schermo per andare in fondo all’enigma.

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