The Guest – Recensione

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Dopo aver lavorato a storie horror, come ”You’re Next”, i due ”V/H/S” e ”The Abc Of Death”, Adam Wingard, torna con una pellicola action, non dimenticandosi del suo genere preferito, inserendolo, dove può, nelle atmosfere e senza mai esagerare. Unire le atmosfere horror a quelle d’azione, non è mai stato facile, ma il regista, sembra trovarsi a proprio agio. Infatti uno dei pregi maggiori della pellicola è questo, uno stile unico e affascinante, che dona, a una pellicola per nulla originale, di vivere sotto una forma completamente diversa.

Il protagonista è un soldato di nome David, interpretato da Dan Stevens, che all’improvviso, irrompe nella vita della famiglia Peterson, presentandosi come un amico del figlio, morto in azione. Un personaggio enigmatico, sicuro di sé, ma che per qualche strano motivo, riesce a trasmettere fiducia. Dal momento che verrà accolto in casa, inizieranno a succedere degli strani eventi, che sembrano essere collegati alla sua presenza.

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the Guest bar fight

Partiamo subito col dire che The Guest non è un film perfetto. Anzi, probabilmente, non stiamo neanche parlando di un capolavoro, ma di una pellicola che ha il semplice scopo d’intrattenere lo spettatore, riuscendoci nel migliore dei modi. Questo grazie a una regia attenta e ad un’ottima gestione dei tempi, che strizza l’occhio, più di una volta, alle pellicole action degli anni 80. Sin dalle prime scene si possono notare questo tipo di atmosfere, che non risultano mai forzate, ma anzi, danno quel tocco in più al film. Atmosfere che risultano azzeccate, se consideriamo anche l’ottima colonna sonora, dalle melodie electro-pop. Gli attori dimostrano di trovarsi a loro agio all’interno della storia, in primis il protagonista, che sembra divertirsi con il personaggio, ma che mette in mostra un buon comparto, tra cui l’ottima interpretazione di Maika Monroe, vista recentemente nello splendido It Follows di Mitchell.

Tuttavia la pellicola ha anche difetti. La caratterizzazione dei personaggi è debole, non proviamo empatia verso tutti i personaggi, ma oltre a questo, come abbiamo sottolineato prima, la trama non risulta per nulla originale, per cui alcuni potrebbero rimanere delusi a fine visione. Una storia che diverte e che se viene vista con l’ottica giusta può regalare grandi soddisfazioni. Sicuramente una visione la merita, anche per approfondire un autore come Adam Wingard, che nei prossimi anni, sarà ancora in grado di stupire, magari con un genere completamente inedito, come ha fatto per questo film. Magari con un bel film di fantascienza, perché no. Sarebbe davvero interessante vederlo all’opera.

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RECENSIONE
Giudizio complessivo
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Simone Martinelli
Nato a Milano nel 1992. Appassionato di cinema sin da piccolo. I suoi registi preferiti sono David Lynch e Nicolas Winding Refn. Ama guardare film ogni giorno, alimentando sempre di più la sua fame di pellicole. Sogna un mondo senza Paolo Ruffini dietro la macchina da presa.
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