Quello di trovare come candidato all’oscar per i migliori effetti speciali un film fatto in stop-motion è un evento molto raro; ma è il caso di Kubo e la spada magica, capolavoro d’animazione diretto da Travis Knight e prodotto dalla casa di produzione Laika Entertainment. Oggi vi spiegheremo cosa ha portato a questa nomination e come questa casa di produzione stia rivoluzionando il mondo della stop-motion, regalandoci delle vere e proprie perle d’animazione. Per chi non conoscesse il film noi, da brave scimmie, abbiamo già provveduto a recensirlo tempo fa aggiungendo una piccola introduzione sul mondo della stop-motion (trovate l’articolo qui).
La Laika è una casa di produzione specializzata proprio nell’arte della stop-motion e in Kubo e la spada magica ha mostrato un mondo fantastico creato grazie alle ultime tecnologie scovate in materia. Partendo dai pupazzi che vengono minuziosamente messi più volte in posa per ogni movimento fino ad arrivare alle onde di un mare in tempesta. Pupazzi creati partendo da uno scheletro metallico, utile per assumere le varie posizioni, ricoperto poi da materiali in schiuma di lattice e silicone. La particolarità in questo aspetto sta nella creazione dei volti dei personaggi. Avendo una vasta gamma di espressioni facciali da coprire il team ha creato dei pupazzi dal volto intercambiabile, così da velocizzare il processo. Migliaia e migliaia di volti sono stati prodotti con una stampante 3D e segnati con un codice in modo da ritrovare il viso adatto per ogni scena e momento. I vestiti dei personaggi, creati minuziosamente a mano, sono fatti di un materiale sintetico, chiamato Tyvek, simile alla carta come consistenza ricoperto poi in seta; un lavoro molto particolare per i costumisti che hanno lavorato come stilisti su dei modelli in miniatura. I capelli, invece, sono veri e propri capelli lavorati con il silicone per renderli più resistenti e compatti, così da poterli fissare in determinate posizioni.
I pupazzi sono già delle piccole opere d’arte ma nel caso di Kubo c’è anche altro per cui strabiliarsi. Il mondo che si è riuscito a creare attorno ai personaggi è infatti costruito da una parte fatta a mano e una creata da effetti speciali di ottima qualità, avendo poi la possibilità di mischiarli o meno a dipendenza della scena. Uno degli elementi più difficili da realizzare, a detta dei creatori, in questo senso è stato il mare in tempesta,soprattutto per la sua scarsa compatibilità con la stop-motion. Per crearlo si è usato un mix di varie tecniche; tra queste una molto particolare riguarda una griglia metallica mobile che venendo coperta con dei particolari teli riproduceva i movimenti delle onde. Una grande difficoltà è stata riscontrata nell’inserire i personaggi e gli oggetti, in movimento grazie alla stop-motion, all’interno di un mare in tempesta creato grazie agli effetti speciali; donandogli allo stesso tempo un senso di appartenenza molto vicino alla stop-motion.
Nel film Kubo si trova ad affrontare dei mostri dalle dimensione gigantesche e non si parla solo delle dimensioni nel film. Basti pensare che lo scheletro gigante affrontato dal piccolo eroe, una volta completato pesava 180 chili, un peso impossibile da manovrare agilmente per una persona. Per manovrarlo decisero di portarlo in vita esattamente con gli stessi principi applicati ad una marionetta, solo su una scala molto più grande (e potete ammirare come nel video di seguito).
In una scena ambientata totalmente sott’acqua, si trova un altro mostro gigante con un solo occhio altrettanto grande. La particolarità di questo mostro, oltre alla dimensione del suo pupazzo, è data da come i realizzatori sono riusciti a donare all’occhio un movimento naturale. Grazie a un sistema capace di leggere le coordinate dei movimenti di una palla da bowling si è riuscito a riprodurre gli stessi sul robot-pupazzo; in questo modo muovendo la palla si muoveva allo stesso tempo l’occhio del mostro. Nel video di seguito potete ammirare brevemente alcune di queste tecniche usate nel film.
Si cerca di creare un mondo perfetto, e ci si avvicina molto, ma il fatto che quasi ogni parte sia creata manualmente e possa essere realmente toccata ci ricorda che non esiste nulla di perfetto; un aspetto negativo visto in questo modo, ma non è così. Realizzare come tutto sia creato direttamente da un’attenta mano è ciò che dona un’unicità incredibile alla stop-motion, creando un’aura fantastica che circonda il prodotto e chi lo osserva. È un modo di essere legato al fascino dell’artigiano che riesce a dare forma e vita a un oggetto inanimato, con tutte le imperfezioni che ne derivano; ma è l’imperfezione stessa a diventare testimone di questo processo, non sminuendolo ma elevandolo. Una bellezza intrinseca legata ai movimenti dei personaggi azionati da abili “burattinai”. Come gli origami di Kubo, mossi dall’elegante musica del suo magico strumento, gli animatori muovono ogni arto dei pupazzi come se fosse una singola nota, pronta ad unirsi alle altre per comporre la loro bellissima sinfonia.