One Punch Man: la satira che convince su Netflix

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Gli anime sono un fenomeno molto interessante in campo sia artistico che sociale. Spesso criticati e ritenuti come prodotti d’intrattenimento per ragazzini da molti, sono vera e proprio cultura in Oriente, specie in Giappone. Myazaki (per i pochi che non lo conoscessero Il maestro del cinema di animazione orientale) li ritiene un grosso errore; seppur rispettando l’opinione del maestro non condivido questa tesi, ma ne comprendo i motivi da cui essa scaturisce. La verità è che di fronte a pochi prodotti validi e in alcuni casi eccezionali ci sono tantissimi anime (e il discorso è in buona parte estendibile ai manga) mediocri o peggio. Un tema su cui c’è molto da dire e su cui ritengo sia importante dibattere, ma non sarà questa la sede. Oggi parleremo della prima stagione di un anime che parla di anime (recentemente inserito nel catalogo di Netflix Italia peraltro): One Punch Man.

Sebbene il focus di questo tipo di prodotto per ragazzi sia, quasi sempre, quello dell’intrattenimento e dei combattimenti, sin dalle fondamenta del genere quest’opera inizia a separarsi dai classici canoni degli shonen. In One Punch Man è chiarissimo l’intento di inviare messaggi sociopolitici, nonostante siano celati dietro una maschera satirica che, insieme alle qualità tecniche, riesce a rendere questo prodotto fruibile anche solo per intrattenimento (non è l’approccio che vi consiglio, ma tant’è…).

La trama ricalca principalmente quelli di moltissimi shonen: un ragazzo di nome Saitama dopo un particolare evento della propria vita assume una forza e delle abilità sovraumane che utilizzerà per “fare l’eroe per hobby”. La sinossi del titolo rivela già come un prodotto così singolare voglia mascherarsi da stereotipo medio dell’anime per ragazzi, già leggendo fino ad ora però penso sia chiaro che in realtà la storia della nostra chioma tutt’altro che fiorente, non sia nè banale nè mancante di originalità. Innanzitutto il nostro protagonista è uno dei personaggi più singolari e ben scritti che l’animazione orientale ricordi negli ultimi anni. La sua stessa catchprhase che ho precedentemente citato riesce a descrivere moltissimo il carattere unico del personaggio. Per molti versi sembra che l’autore abbia voluto immaginare cosa sarebbe accaduto al classico adolescente amante dell’ozio se avesse ottenuto delle qualità come quelle di Saitama (e magari far capire come in ognuno di noi ci sia del potenziale). Ciò che caratterizza il protagonista è proprio come viene reso unico pur essendo nulla più che un mash up di tutti gli stereotipi sui protagonisti di questo tipo di storie che puntano ad un target giovane. In tutto questo volutamente trash tripudio di stereotipi si nasconde però, una forte componente sociale, come accennavo in precedenza.

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Tutta l’opera critica fortemente chi vive passivamente la propria vita e lascia che gli eventi ricadano su di lui (tant’è che in un episodio ci sarà una spietata critica verso i movimenti politici liberali ed anarchici) e da questo punto di vista Saitama sembra null’altro che rappresentare i desideri di un classico adolescente che legge i manga (lui stesso lo fa in alcuni episodi e ne possiede una collezione) e desidera di venire in possesso dei poteri dei suoi eroi preferiti (tant’è che per certi versi le ambizioni di Saitama sono molto stupide, considerato l’enorme potere a sua disposizione). Non per caso infatti nel corso di questa prima stagione la ricerca del successo sociale sarà uno dei principale obiettivi del nostro protagonista, insieme alla ricerca di avversari che riescano ad impegnarlo e alla scalata della Lega degli Eroi. L’unicità dell’opera sta proprio nel prendere tutti gli stereotipi degli anime e riuscire a superare molti dei limiti che questo tipo di medium ha (la mancanza di originalità, la banalità, la mancanza o la povertà di contenuti sociopolitici). Per discutere di tutti i contenuti della prima stagione di One Punch Man penso ci vorrebbe un articolo a se stante, spero però si sia capito che è tutt’altro che un anime privo di poetica.

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Piccola parentesi: Saitama non è il solo personaggio caratterizzato, nel mondo di One Punch Man ogni personaggio è scritto in maniera unica. Gli stessi antagonisti spesso hanno qualcosa da raccontare e qualcosa di cui raccontano, non sono di certo carne da macello per i nostri eroi. Nonostante abbia parlato di quasi tutte le caratteristiche di quest’opera mi sono tenuto per ultimo la peculiarità che la rende unica. In quasi tutti gli anime, infatti, il climax è costituito dai combattimenti che creano suspense e foga; in questo caso però Saitama neutralizza tutti i suoi avversari con un solo pugno, quindi la suspense non esiste, se non nei momenti in cui il protagonista non è ancora arrivato o non è lui a combattere. Ciò accade proprio perchè l’opera vuole caricaturizzare ed estremizzare le classiche caratteristiche degli shonen, come in questo caso, la potenza sovraumana del protagonista e la sua vittoria che, senza alcuna sorpresa, avviene in ogni scontro. Nonostante ciò la serie intrattiene davvero bene sia per i suoi momenti comici davvero esilaranti, sia perchè un’ottima scrittura spinge lo spettatore a voler vedere cosa succederà ed anche perchè il lato tecnico, specie durante i combattimenti, è davvero gradevole. Lodevole anche il comparto audio, sia per uno splendido doppiaggio in italiano che per la colonna sonora (che oltre a normali temi contiene anche dei pezzi dubstep durante i combattimenti davvero carini).

One Punch Man è un anime che vi consiglio fortemente, sia per le sue peculiarità che per le sue qualità. Ciò che lo rende davvero unico è, però, il suo essere una satira del medium in cui esso stesso è realizzato. Se siete appassionati di anime, un prodotto che non dovete farvi sfuggire, in attesa che venga rilasciata una seconda stagione per cui nutro grandi aspettative.

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