La fantascienza è genere e come tutto il cinema di genere troppo spesso viene sminuita nella sua capacità di trasmettere un messaggio o un pensiero. E’ successo storicamente con tutti i generi, facendo sì, esempio eclatante, che passassero sotto traccia i significati di horror impegnati come quelli di Romero e Carpenter, dove spesso la lotta tra buoni e cattivi non era altro che specchio di una lotta di classe, chiara critica alla deriva del modello socioeconomico statunitense.
La sensazione è che un cinema di genere che sia anche impegnato risulti stucchevole a chi in esso cerca prevalentemente la spettacolarità e venga bollato come troppo commerciale da chi dal grande schermo si aspetta le emozioni più proprie del cinema d’autore. Resta una piccola fetta di pubblico che si esalta col prodotto intermedio, come sono ad esempio i film di fantascienza a basso costo di Duncan Jones e Vincenzo Natali.
La fantascienza di Duncan Jones e Vincenzo Natali: 4 film imperdibili
Duncan Jones, al secolo Duncan Zowie Haywood Jones è figlio di David Robert Jones, meglio conosciuto come David Bowie. E’ il classico caso in cui il talento del padre si è trasmesso, seppure sotto una diversa forma artistica, al figlio. La sua filmografia conta per adesso tre titoli: Moon, Source Code e Warcraft – L’inizio. Se il terzo è un film di stampo sicuramente più commerciale, con alle spalle una grossa produzione che ha probabilmente permesso a Jones di guadagnare soldi e fama, i primi due sono dei veri piccoli capolavori della fantascienza di nicchia.
Vincenzo Natali è un canadese di origini italiane e inglesi, debutta nel ’97 col clamoroso Cube che per la verità incassa poco al botteghino, ma negli anni diventa un vero e proprio cult. Tuttavia la carriera di Natali procede con pochi sussulti e a tutt’oggi lo possiamo considerare un regista minore in termini di fama. Cypher, Nothing, Splice e Haunter sono i titoli successivi del regista, oltre al documentario Getting Gilliam e alla partecipazione al film collettivo Paris je t’aime.
Sia Natali che Jones hanno dato alla luce pellicole che pongono al centro del proprio contenuto la condizione di un uomo in gabbia e annichilito dal sistema, un uomo disumanizzato: Jones l’ha fatto con Moon e Source Code, mentre Natali con Cube e Cypher. Vediamoli uno ad uno.
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