”La mia speranza è che stiamo per entrare in un’era dove il valore di un film si basi sulla sua prossimità alla vita reale, non sulla sua distanza da essa. Per fare ció abbiamo bisogno di attori che non necessariamente abbiano l’aspetto di Ben Affleck”
Il cinema secondo Alexander Payne.
E questa visione trova pieno riscontro nelle sue opere, con qualche lodevole eccezione di tanto in tanto rappresentata da “bodies” decisamente sopra la media dei comuni mortali,
ma anche quando nei panni dei piccoli uomini ci sono Jack Nicholson o George Clooney le personalità non escono mai dai profondi solchi della vita ordinaria tracciati da Payne.
Nato ad Omaha Nebraska, luogo che riecheggia spesso nelle sue opere e addirittura ne intitolerà una nel 2013, Payne è prima di tutto un innamorato del cinema, un onnivoro che spazia dai vecchi western al cinema orientale con una passione viscerale per il bianco e nero, ancora meglio se muto, che nel 2013 lo spinse ad acquistare la bobina originale di The Adventure di Charlie Chaplin (1917) e, dopo averla restaurata di persona, proiettarla al Cinema Ritrovato di Bologna.