1977, un anno particolare – 10 film italiani da ricordare

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  1. Padre, padrone di Paolo e Vittorio Taviani

Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Gavino Ledda. Ambientato nella Sardegna degli anni quaranta, vede un padre dispotico strappare dalla scuola il proprio bambino per farlo lavorare nei campi. Sarà l’arruolamento nell’esercito a permettergli, grazie all’aiuto di un commilitone, di imparare a leggere e scrivere, all’età oramai di vent’anni. Manifesto sull’importanza dell’alfabetizzazione e della cultura, Padre padrone è un grido liberatorio che sradica la concezione medievale di capofamiglia autoritario, in uno scontro generazionale lucido e necessario. Non è un caso la partecipazione in un ruolo secondario di Nanni Moretti, vero e proprio simbolo di un cinema che rifiuta qualsiasi tipo di debito e che non lesina alcuna impronta di critica nei confronti dei padri. Premiato a Cannes con una Palma d’oro fortemente voluta dal presidente di giuria Roberto Rossellini (che morirà tre settimane dopo l’importante assegnazione). Capolavoro assoluto.

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