Il musical celebrativo di Damien Chazelle, con protagonisti Ryan Gosling e Emma Stone è senza orma di dubbio il film favorito per la corsa agli Oscar. Un film visivamente sbalorditivo, il direttore della fotografia Linus Sandgren riesce a ricreare un ambiente evocativo e allo stesso tempo fresco, ricco di spunti visivi che lasciano a bocca aperta. Tutto questo misto alla regia di Chazelle in uno splendido connubio. Premessa: Il film è stato girato usando una Panavision Panaflex Millenium XL2, non in digitale bensì impresso su pellicola. Ma andiamo con ordine;
La La Land è un film molto variegato, sia dal punto di vista fotografico che registico: si alterna una palette monocromatica;
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A una palette colorata e variegata, dove i colori ricorrenti sono Blu, Verde, Rosso e Giallo, mentre lo sfondo rimane sempre piuttosto amalgamato con l’ambiente circostante, spesso di colore Lilla e Arancione;
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Registicamente è notevole come Chazelle -e va sottolineato come questo sia il suo terzo film da regista- sia riuscito a dare una regia molto caratteriale ai suoi film. Persiste durante le scene dove si suonano strumenti il montaggio serrato, un elemento che contraddistingueva anche Whiplash.
Inoltre possiamo notare come Chazelle utilizzi per quasi tutte le inquadrature che non siano primi piani il grandangolo. Quest’ultimo conferisce al film una sorta di vignettatura, concentrando l’occhio dello spettatore sui protagonisti; inoltre la lunghezza focale corta “allunga le distanze”, in altre parole dà un senso di ulteriore distanza tra lo spettatore e il soggetto.
Chazelle usa in modo ricorrente la carrellata laterale, che insieme al grandangolo offre un maggior senso di movimento (oltre che di lunghezza), focalizzando lo spettatore ulteriormente sui nostri protagonisti.
[ndr. Qui trovate un breve video che illustra le differenze tra obbiettivi di diversa lunghezza focale]