Oscar 2017: i grandi esclusi

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Sully di Clint Eastwood

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Eastwood è sempre Eastwood, con i suoi pregi e i suoi difetti. Sully aggiunge un altro tassello alla poetica del “Biondo”, ormai sulla soglia dei 90 anni. Un film classico in tutto e per tutto. Superficiale solo in apparenza,  profondissimo nel suo essere sempre sotto le righe. Viene da pensare che sia stato marginalizzato dagli academy per le sue idee politiche (sorte stranamente toccatagli pure per Jersey Boys, il miglior Eastwood degli ultimi anni). Tom Hanks più che essere candidato per il premio come miglior attore protagonista, doveva vincerlo a tavolino, per manifesta superiorità.

Animali Notturni di Tom Ford

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Thriller non thriller. Metafisico, sempre in bilico tra realtà e finzione. Molto duro e ansiogeno per lo spettatore. Tom Ford (affermato stilista di Gucci, gia apprezzato per il suo debutto, A Single Man) gira il film con una padronanza e una maturità degna di un autore veterano. Michael Shannon e Aaron Taylor-Johnson rubano la scena ad Amy Adams e Jake Gyllenhaal.

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The VVitch di Robert Eggers

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Horror quasi bergmaniano . Altra piacevolissima sorpresa nel genere dopo Babadook, It Follows e The Neon Demon. Il regista riesce a conciliare abilmente l’introspezione psicologica dei personaggi e l’atmosfera malsana (quasi gotica). Un film uscito non si sa da quale epoca. La sua prossima fatica, Nosferatu sarà la prova del 9.

Cafè Society di Woody Allen

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Un film all’anno, peccato non uno al mese.  L’autore, tra pezzi Jazz e luci soffuse,  con il suo solito modus operandi, ci riporta indietro agli anni ’30, ai tempi della Hollywood classica e dello Studio System. Allen è come il ristorante di fiducia: il menu è sempre il solito, ma lo chef ha quell’ingrediente segreto che lo rende insuperabile.
Impossibile che non abbiano nominato Storaro per la miglior fotografia.

 

Paterson di Jim Jarmush e Silence di Martin Scorsese

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Al decimo posto colloco due ottimi film, ma non del tutto riusciti, il primo ha ammaliato la quasi totalità della critica europea (a me ha lasciato diverse riserve), il secondo invece ha diviso molto.  Sicuramente Paterson, nonostante alcuni momenti stanchi e di maniera, avrebbe meritato una nomination per la miglior sceneggiatura, per come riesce a rendere poetica la quotidinità. Silence, benchè delle volte un po’ prolisso e manicheo,  è indubbiamente dotato di un gran fascino e di una consapevolezza visiva comune a pochi. Il film di Scorsese, avrebbe sicuramente meritato la nomination per  la miglior regia. Andrew Garfield nettamente meglio qui che in Hacksaw Ridge (ma non per l’Academy).

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Documentari – gli esclusi:

 

Voyage Of Time di Terrence Malick

La Memoria Dell’Acqua di Patricio Guzmàn

One More Time With Feeling 3D di Andrew Dominik

Safari di Ulrich Seidl

Lo And Behold di Werner Herzog

 

Miglior film straniero – gli esclusi:

 

Paradise di Andrej Koncalovskij (Russia)

Neruda di Pablo Larraìn (Chile)

The Age Of Shadows di Kim Jee-Woon (Corea Del Sud)

Elle di Paul Verhoeven (Francia)

Ti Guardo di Lorenzo Vigas (Venezuela)