“Io prego ma sono sperduto. Alla mia preghiera risponde il silenzio.”
Il dramma sulla fede di Martin Scorsese si presenta tra i candidati all’Oscar per la Miglior Fotografia, quest’ultima a cura di Rodrigo Prieto (noto per aver collaborato insieme ad Inarritu prima che quest’ultimo ingaggiasse Lubezki).
Premessa: Il film è stato girato su pellicola, eccetto le scene notturne o con scarsa presenza di luce che sono state invece girate in digitale.
La fotografia non è fuori dagli schemi, vengono utilizzati colori chiari (eccetto nelle scene notturne), prevalentemente bianco, blu e arancione;
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Rodrigo Prieto durante la lavorazione del film ha spiegato a cosa si siano ispirati lui e ‘Marty’ (Martin Scorsese) per i colori nel film:
C’è una progressione nella colorazione del film. Siamo stati ispirati dallo stile Barocco, partendo da toni più freddi -blu e azzurri- e andando avanti verso il verde della natura, come se fosse uno dei personaggi principali. Poi ci siamo mossi verso uno stile più “giapponese”, usando toni di ambra, giallo e sfumature di color oro che rappresentano la stessa arte visiva giapponese durante il Periodo Edo.
Ciò che veramente esalta il film, creando dei veri e propri quadri è l’accurata composizione, ogni quadrante viene “riempito”, e nessuno viene tagliato fuori;
Pronunciato e iconico è anche l’uso della regola dei terzi;
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Scorsese e Prieto durante le scene più “spirituali” riprendendo in dettaglio le mani del soggetto;
Scorsese oltre a questo utilizza panoramiche e campi lunghi o lunghissimi, valorizzando l’ambientazione e sottolineando quanto piccole siano le loro vite in confronto a ciò che li circonda. Difatti Prieto ha dichiarato:
“Abbiamo usato lenti anamorfiche perchè non distorcono l’immagine. Non volevamo ‘addolcire’ il film, ma far sentire lo spettatore come se fosse lì con i preti e con l’ambiente, con il caldo.”
Il lavoro dietro Silence è stato grande. Il progetto risiedeva da diversi anni nella mente di Martin Scorsese, e la trasposizione non può passare inosservata. Tecnicamente a livelli altissimi, Scorsese e Prieto riescono a creare qualcosa di prezioso e ben studiato. Una menzione va anche al nostrano Dante Ferretti, che si è occupato dei costumi.