Split – Recensione

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Il film è scritto e diretto da Michael Night Shymalan (conosciuto anche per il famoso Il Sesto Senso, Signs e The Village) con un cast composto da James McAvoy, Anya Taylor-Joy (già vista in The VVitch), Betty Buckley, Jessica Sula e Haley Lu Richardson. La pellicola apre con una scena dove vediamo il padre di Claire (Haley Lu Richardson) che la accompagna a casa, insieme alla sua amica Marcia (Jessica Sula) e Casey (Anya Taylor-Joy).

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Qui conosciamo il nostro protagonista Kevin Wendell Crumb (James McAvoy). Il ragazzo si avvicina al padre di Claire, lo colpisce ed entra rapidamente nell’auto. Le tre ragazze si risvegliano subito dopo in una stanza, arredata e pulita. In seguito, Casey si avvicina alla porta per scorgere qualcosa, riesce a vedere una donna vicina alla porta che sta discutendo con il loro rapinatore. Subito la ragazza cerca di attirare l’attenzione urlando e sbattendo contro la porta, che non tarda ad aprirsi con un’amara sorpresa: le tre si ritrovano davanti ai loro occhi Kevin vestito da donna con una voce ed un portamento completamente differenti. Le prigioniere piano piano arrivano alla conclusione: il ragazzo che le ha sequestrate è malato e ci sono diverse personalità che lo compongono. Andando avanti scopriremo il rapporto di Kevin con la dottoressa Karen Fletcher (Betty Buckley), terapeuta che vede regolarmente. Inoltre sono presenti dei flashback che raccontano l’infanzia di una bambina, sicuramente una delle adolescenti sequestrate. Inizialmente non è ben chiaro quale, in seguito ovviamente sì.

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Shymalan gira bene, alternando riprese calme con altre veloci e frenetiche nei momenti giusti. Inserisce anche riprese con visuale a soggettiva diretta, che fanno immedesimare maggiormente nella situazione, essendo il punto di vista dell’attore. Anche il cast fa il suo dovere: le ragazze sono abbastanza convincenti, spicca fra le tre Anya Taylor-Joy che interpreta un personaggio più enigmatico e non la solita teenager capricciosa. E’ credibile e coinvolge. Non si può non parlare di James McAvoy che ci regala una perfomance fenomenale: interpreta questo ragazzo disturbato, governato da diverse personalità (un esempio sono Barry lo stilista, la posata Patricia, il bambino Hedwig e tante altre per un totale di 23 identità diverse). L’attore arricchisce la sua interpretazione dosando in maniera eccellente diversi accenti, mimiche facciali e del corpo. Davvero un lavoro ben fatto per lui, presente per la maggior parte della pellicola.

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Split però ha anche diversi difetti. Come primo, parliamo del ritmo: nella prima parte il film coinvolge e suscita curiosità, relativa al destino delle povere ragazze. Nella seconda tuttavia lo perde, introducendo passaggi superflui e strategie non molto convincenti; sembra che le ragazze non riescano a trovare un modo adeguato per fuggire anche se di occasioni se ne presentano molte. La sceneggiatura sembra forzata per arrivare all’epilogo che ci mostra il film. Analizziamo poi il rapporto del paziente con la sua dottoressa: ci vengono presentati alcuni accenni di psichiatria impastati e confusionari, in particolare la scrittura del personaggio della psichiatria è completamente sballata. Un medico che in una scena dichiara la patologia non come un disturbo da curare o perlomeno da tenere sotto controllo, ma bensì un valore aggiunto per una persona. C’è poi un errore nella sceneggiatura che dopo poco la visione porta a farsi domanda abbastanza ovvia: un ragazzo con un grave disturbo come questo, che non è isolato ma accuratamente seguito da un medico, come può essere lasciato in balia di sé stesso, all’interno della società e non ricoverato in una struttura per tenere sotto controllo la sua malattia? E dopo questo interrogativo, è difficile concedere molta credibilità alla trama. Viene evidenziato infatti, come la dottoressa sia a conoscenza del rischio dovuto al problema di Kevin. 

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Una delusione quindi Split. La storia raccontata in questo film prende spunto dalla vita di una persona realmente esistita: Billy Milligan. Il ragazzo aveva lo stesso disturbo, accompagnato da una vita difficile ed un’infanzia traumatica. Si parla anche di un altro film sull’argomento dal titolo di The Crowned Room e questa volta ci sarà Leonardo DiCaprio (che ha dichiarato di voler interpretare Milligan dal 1997) in un ruolo da protagonista.