Eugene Allen Hackman. Nato a San Berardino, alto 1,88 m. Il resto è storia, direte voi. Per storia si intendono 2 premi oscar, personaggi divenuti cult e pellicole indimenticabili. Si, in effetti il resto è storia. Però oggi, 30 gennaio 2017, Gene Hackman compie la bellezza di 87 anni. Dunque, questo è il giorno giusto per parlare della sua storia. Quella che nessuno ricorda però, quella lontano dalla tanto amata cinepresa. A sedici anni, Eugene Allen Hackman mente sulla sua età ed entra nei Marines. Viene addestrato come operatore radio e si congeda dopo tre anni. Dovrà passare ancora molto tempo prima che Eugene Allen Hackman riesca a diventare “Gene Hackman”, quello che tutti conosciamo. Comincia a studiare arte drammatica quando ormai è arrivato alle soglie dei trent’anni e i colleghi molto più giovani della Pasadena Playhouse non punterebbero un dollaro sul successo di Eugene. Poi però, nel 1968 arriva la prima nomination agli Oscar per Gangster Story, da non protagonista. La fabbrica americana dei sogni si è accorta di lui. Non lo vincerà e passeranno 3 anni. Siamo nel 1971 e “Anello di Sangue” gli vale la sua seconda candidatura. Neanche quella sarà la volta giusta ma adesso Gene Hackman ci crede, è sulla strada giusta per ripagare una vita che, fino ad allora, gli aveva riservato qualche amara sorpresa. E’ sempre così, per diventare il migliore devi sputare sangue, devi passarne tante per essere sicuro che un giorno la vita definirà il tuo talento e la tua personalità. Ecco perchè nel 1972, quando arriva l’Oscar per “Il braccio Violento della legge”, viene saldato il conto di Gene. Perchè dieci anni prima la madre alcolizzata era morta, si era addormentata con la sigaretta in bocca e il letto aveva preso fuoco. Perchè Gene Hackman ha venduto scarpe da donna, guidato un camion, lucidato gli arredamenti del Chrysler Building tutte le notti per tanti anni e adesso quell’oscar dava un senso a tutto. Il resto è storia. Tantissimi film, un secondo Oscar per “Gli spietati” e tanti “cattivi” del cinema entrati nell’immaginario comune. Sì perchè Gene Hackman aveva il volto duro, penetrante, di chi può interpretare personaggi rudi e schietti. Ma quando sei una leggenda, non puoi limitarti a rispondere alle aspettative. Perciò quel volto ci ha regalato anche numerose interpretazioni comiche, una delle ultime è stata quella ne “I Tenenbaum” e, anche in questo genere, Hackman è stato in grado di regalarci un’espressività meravigliosa, una presenza vitale e interpretazioni memorabili. Però, lontano dai set cinematografici, Gene Hackman appare come una persona estremamente gentile e riservata. Appare come una leggenda che vuole solo essere ricordata in maniera onesta e non venerata. Non ricorda dove ha messo le due statuette dell’Academy e nel 2004 ha rivelato che non ce ne sarebbero state altre. Insomma si è ritirato. Adesso scrive romanzi western in New Mexico, accanto alla moglie. Dice che vede passare spesso le troupe cinematografiche, nella sua zona di Santa Fe. Una volta, incuriosito, chiese ad una ragazza che stava gestendo il traffico sul set: “Mi scusi signorina, cercate qualche figurante speciale?” e lei, troppo giovane, gli rispose: “No grazie signore non ci serve nulla.” Il resto è storia.