UNA PERFETTA IMPERFEZIONE
Fra i 50 cambi d’abito di Gosling e Stone per i loro personaggi, tra i vari omaggi ad Ingrid Bergman – idolo di Mia – ed i vari luoghi losangeliani come l’Osservatorio Griffith di Gioventù Bruciata ed il Lighthouse Cafè – che fanno molta atmosfera anni ’40 contrastata dalla modernità del lato opposto – visitati a bordo di un’affascinante Buick Riviera 1980, c’è anche un’altra componente peculiare che rende La La Land ancor più speciale. Gravato sulle spalle della coreografa Moore, messa molto sotto stress, Chazelle ha voluto girare le esibizioni in vecchio stile, senza alcun montaggio in post–produzione e quindi con un‘unica ripresa – proprio come avviene per il valzer al planetario o per Duet, scena in cui vediamo Mia e Sebastian cercare le proprie auto nel parcheggio, arrivando fino in cima alla collina. Questo è ciò che il direttore della fotografia Linus Sandgren chiama realtà senza interruzioni:
Questo rappresenta sempre una sfida, soprattutto se vuoi avere la luce perfetta. Damien non voleva aggiungere gli effetti dopo, voleva che tutto avvenisse davanti alla macchina da presa. La magia in questo film non è mai falsa, avviene tutto davvero.
Inoltre, durante le esibizioni l‘obiettivo non era essere perfetti.
I nostri personaggi sono artisti che lottano per emergere, nessuno gli chiede di essere cantanti o ballerini professionisti. Damien ha voluto fortemente che il nostro rapporto apparisse vivo e naturale. Quindi, anche se partecipiamo ad incredibili numeri di ballo, sono stati ammessi piccoli difetti ed errori.
Con le parole della stupendaintuttoquelchefa Emma Stone finisce quest’articolo, che se potessi risponderle le direi che per me, come per molti di voi, tutto è invece sembrato così perfetto da lasciarci senza fiato, così perfetto che due ore sembrano non bastare per tutta la bellezza e le emozioni che questo film trasmette, così perfetto che quest’anno gli Academy Awards sembrano quasi superflui.