Rieccoci con la rubrica dei consigli, questa volta esploriamo un genere un po’ in ombra: l’animazione. Nello specifico in questo articolo vi parlerò di film d’animazione più ‘adulti’, più singolari.
Quando l’animazione non è solo per i più piccoli – Top 5
1. Persepolis di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud (2007)
Il film è basato sulla graphic novel omonima e racconta la storia di Marjane, una bambina di nove anni iraniana. La piccola, tramite i racconti dello zio, si avvicina alla storia e alla politica del suo paese. Seguiamo le vicende tramite gli occhi della bambina, accompagnandola durante la sua crescita in una società che aspira al cambiamento, alla ribellione, purtroppo fallendo. Il film è realizzato con la classica tecnica dell’animazione, per rimanere più fedeli al fumetto, è però principalmente in bianco in nero. La pellicola ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes del 2007 ed è stato candidato all’Oscar. Una storia umana ed intelligente che ci fa scoprire la vita in una società completamente differente dalla nostra.
‘Non voglio farti la predica, ma ti do un consiglio che ti servirà sempre. Nella vita, conoscerai molti stronzi. Se ti feriscono, pensa che è la stupidità che li spinge a farti del male: ti eviterà di ripagarli con la stessa moneta. Perché non c’è niente di peggio al mondo del rancore e della vendetta.’
2. Waking Life di Richard Linklater (2001)
Il film apre con una sequenza dove vediamo due bambini che giocano e si conclude con una frase rivelatrice: ‘Il sogno è il destino’. Subito dopo, conosciamo un ragazzo in aeroporto che sta tornando a casa e che esce dall’edificio per chiamare un taxi. Da qui, tutto si fa un po’ più confuso. Il nostro protagonista comincerà un viaggio dove incontrerà molte persone, tutte gli offriranno qualcosa attraverso dialoghi e riflessioni. Il ragazzo piano piano si renderà conto di essere dentro un sogno, ma purtroppo di non riuscire a svegliarsi. La tecnica utilizzata per questo film è chiamata Rotoscope e consiste nel disegnare tramite computer linee e colori da sovrapporre per ogni fotogramma. L’effetto è suggestivo. Ma non è l’unico elemento da sottolineare, la sceneggiatura infatti è unica nel suo genere: non c’è una particolare attenzione per gli eventi cronologici ma bensì un filo narrativo basato sul viaggio onirico e sui temi affrontati nei dialoghi. Temi che spaziano dalla scienza, alla filosofia, alla religione, al sociale. Waking Life non è un film. E’ un’esperienza.